“Cellulare spento. Io acceso. Riprendo il mio tempo”. Questo è soltanto uno dei messaggi che domani campeggeranno alle pareti dell'Itis Mario Delpozzo di Cuneo, una scuola che ha deciso di vietare l'uso dei cellulari. Una interdizione che varrà non solo per gli studenti ma per tutto il personale, con l'intento di creare una zona franca di disintossicazione.
Sul tema si è espresso il Ministero dell'Istruzione e del Merito: c'è una direttiva che vieta l'uso del cellulare fino al primo ciclo (dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado) senza esprimersi sul secondo ciclo.
Una decisione presa convintamente dal dirigente scolastico Ivan Re che ha recepito ed esteso la direttiva: “Mi rendo conto che si tratta di una rivoluzione copernicana nel mondo della scuola superiore. Vietare il cellulare non vuol dire diminuire l'apprendimento, bensì aumentarlo. Non sarà una semplice regola da rispettare, ma un’opportunità che offriamo per il benessere dei ragazzi. Vogliamo che la giornata scolastica sia un momento per disintossicarsi dal continuo bisogno di essere online e darsi l'opportunità di concentrarsi su sé stessi, sullo studio e sulle relazioni umane vere, quelle che si costruiscono guardandosi negli occhi. Il cellulare è una vera e propria droga per loro, a differenza nostra che abbiamo iniziato a usarlo da adulti”.
Parole che non arrivano di certo da un “boomer”: “Sono diplomato in Tecnologia informatica e laureato in Ingegneria informatica. La tecnologia per me è importantissima. Dirigo una scuola piena di tecnologia, con ben venticinque portatili per piano, a disposizione dei docenti. Non vi è ragione per portare il telefono cellulare a scuola, a parte casi eccezionalissimi di salute con motivazione medica. L'uso sarà concesso nel triennio, ma solo in casi strettamente legati all’attività didattica, previa indicazione nel registro elettronico e sotto la supervisione degli insegnanti. Se c'è bisogno di chiamare casa, ci sono i telefoni della scuola, e viceversa. Insomma, anche senza cellulare, i ragazzi a scuola sono ampiamente rintracciabili”.
Ieri sera nel Consiglio di Istituto è stato quindi approvato il nuovo regolamento e il piano di educazione civica. Domani, alla quinta ora del primo giorno di scuola, il dirigente Ivan Re interverrà con una comunicazione video in tutte le classi: “Ai ragazzi verrà spiegato perchè attenersi alle regole e anche l'aspetto sanzionatorio. Dopo un primo periodo di prova, si dovranno uniformare. Non sarà facile ma sono convinto che capiranno la necessità. Faremo anche un incontro online con i genitori che sono già stati informati con una lettera”.
Come funzionerà concretamente? “Tutto passerà da un procedimento di responsabilizzazione. Noi non possiamo vietare di portare il cellulare a scuola, ma questo dovrà essere spento. Anche durante l'intervallo. In questo modo non saremo responsabili di eventuali furti o altro”.
Come detto, il divieto sarà esteso anche al personale e a chiunque entrerà a scuola, proprio per dare il buon esempio. La scelta ha delle motivazioni serie che sono state indicate nella lettera inviata a studenti e famiglie.
Al primo posto la perdita di concentrazione e il calo delle prestazioni: “È stato dimostrato che l'uso prolungato del cellulare riduce drasticamente la capacità di concentrarsi. Secondo una ricerca condotta dall'Università di Londra, l’interruzione costante causata da notifiche e messaggi può ridurre il nostro quoziente intellettivo temporaneamente fino a 10 punti, un impatto simile a quello della privazione di sonno. Inoltre, un'indagine del 2018 su studenti di scuola superiore ha rilevato che chi utilizza il cellulare durante lo studio o le lezioni ha una probabilità del 20% inferiore di ricordare correttamente le informazioni”.
Poi i danni alla salute: “Diversi studi hanno collegato un uso eccessivo del cellulare a problemi di salute, sia fisica che mentale. Ad esempio, la World Health Organization (WHO) ha evidenziato che passare molte ore al giorno davanti a uno schermo può causare problemi di postura e di vista. Inoltre, l'uso eccessivo del cellulare è associato a un aumento dei livelli di ansia e stress. Un’indagine su giovani tra i 13 e i 18 anni ha rilevato che l’80% dei partecipanti soffre di disturbi del sonno e maggiore ansia, in parte attribuibili all’uso incontrollato dello smartphone”.
Infine la dipendenza digitale: “Il cellulare è uno strumento potente, ma può diventare una fonte di dipendenza. Gli studi hanno mostrato che più del 40% dei giovani tra i 14 e i 19 anni controlla il cellulare più di 50 volte al giorno, spesso in modo inconsapevole. Questo comportamento non solo distrae dalle attività scolastiche, ma può anche generare ansia e ridurre la capacità di staccarsi dallo schermo”.
“Siamo consapevoli che questa novità non piacerà ai ragazzi – conclude Ivan Re -. Ecco perchè abbiamo studiato una comunicazione positiva nel tentativo di spiegare le ragioni di questo divieto. Del resto noi adulti dobbiamo dire dei no. Questa scelta non è solo della dirigenza, ma è sostenuta da tutta la comunità scolastica, che si impegna quotidianamente per offrire un ambiente accogliente e sereno. Lo facciamo per gli studenti, in modo che si riprendano il loro spazio e il loro tempo. Anche nei momenti di intervallo, così anziché chattare, torneranno a parlare”.