Una gara durissima. Il Tor des Glaciers è difficilmente spiegabile a parole, perché a parlare sono i numeri: 450 chilometri per un dislivello positivo di ben 32mila metri, che si snodano fra valli, cime, pietraie e passaggi antichi, a volte abbandonati dalle vie escursionistiche, da concludere in un tempo massimo fissato a 190 ore.
Il percorso si snoda per gran parte dei suoi 450 chilometri lungo le Alte Vie dimenticate 3 e 4. Sfiora creste in gran parte sconosciute e lambisce gli antichi ghiacciai, lontano dalle rotte abituali degli escursionisti.
I tracciati sono frequentati solo da chi conosce alla perfezione i territori alpini, ama la solitudine e sa apprezzare la suggestione delle alte cime. Una prova davvero esclusiva, unica, imperdibile, da condurre in assoluta autonomia, avendo, come unici riferimenti e punti di appoggio, i magnifici rifugi d’alta quota.
Riservata a soli 200 ultrarunner, ha visto al traguardo, in questa edizione 2024, 68 atleti. Tra loro Fabrizio Bongioanni, meccanico di Pianfei, team Marguareis, classe 1989, arrivato in 185 ore, 17 minuti e 15 secondi.
L'eccezionale risultato di forza e costanza è passato per pesanti crisi di freddo e notti passate su montagne impervie con passaggi sul ghiaccio e sotto forti nevicate, cercando di arrivare al "punto vita" successivo per rifocillarsi e riprendere energie. La gara ha visto la partecipazione di un altro cuneese, Pierluigi Lovera, dell'Atletica Val Varaita, costretto al ritiro dopo aver percorso ben 360 chilometri.
Nell'ambito della medesima manifestazione, si sono svolte altre gare su distanze minori: in particolare, da segnalare l'eccellente risultato di un altro cuneese, sempre di Pianfei, Roberto Camperi, giunto 6° assoluto e 1° di categoria al Tor100.