Questo articolo inizia da una nota personale, che mi concedo solo perché utile alla narrazione.
Quando mia figlia era piccola, ma già in grado di muoversi da sola, parlare e relazionarsi con il mondo, le avevo dato alcune istruzioni nel caso si fosse persa. Sapeva il suo nome e cognome, l'indirizzo di casa e il mio numero di telefono.
Nel caso ci fossimo perse di vista per qualunque ragione, doveva chiedere aiuto ad alcune persone, in questo ordine e in base, ovviamente, alle circostanze: un carabiniere (o comunque una persona in divisa, che lei sapeva riconoscere); una mamma con bambini, un papà con bambini, una donna sola e, in ultimo (non me ne vogliano gli uomini) un uomo solo.
Il carabiniere era in cima alla lista perché per noi aveva il volto di Filippo Parlagreco.
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"Ciao Filippo".
E' quasi un mantra collettivo sotto i portici e in giro per la città. Lo salutano gli studenti, i ragazzi, gli anziani, i commercianti, gli impiegati, i netturbini, i direttori di banca, i professionisti, i residenti e chiunque, in un modo o in un altro, bazzichi per Cuneo.
Città di cui lui conosce ogni respiro. Perché l'ha percorsa in lungo e in largo per ventiquattro anni, passati tra le vie, i negozi e le scuole del capoluogo. Era il suo lavoro: camminare, sorvegliare, incontrare, rassicurare, in una parola "esserci" per le centinaia e centinaia di persone che ha incontrato ogni giorno nella sua attività di carabiniere di quartiere, il carabiniere davvero di tutti.
Questo è stato l'appuntato scelto qualifica speciale Filippo Parlagreco, che dal 2000 in avanti è stato l'unico, dei vari uomini dell'Arma cuneese che hanno ricoperto quel ruolo, a restare fisso in quella pattuglia fino alla pensione, che scatterà dal prossimo 7 ottobre. Domani 6 ottobre compirà infatti 60 anni. Da lunedì toglierà la divisa.
Parlagreco è stato tra i primi 12 carabinieri d'Italia assegnati a questo ruolo, con Cuneo scelta come città pilota, nel 1999, assieme ad altre 11 città, per sperimentare una figura nuova all'interno dell'Arma e che si distingueva (ora non più) anche per la fascia rossa al centro della divisa.
Originario di Mombaruzzo in provincia Asti, carabiniere a Paesana, Saluzzo e infine a Cuneo, Filippo ha saputo entrare nel cuore dei cuneesi grazie a quel modo di fare bonario ma deciso, diretto ma sempre garbato. Tutti lo conoscono, tutti lo salutano, da sempre. Sarà strano non vederlo più, in divisa, passeggiare per le vie dello shopping, affacciarsi nei negozi e verificare che tutto proceda per il meglio, scherzare con i ragazzi in uscita dalle scuole, ascoltare i cittadini. Rapporti che sono diventati anche una rete grazie alla quale è riuscito a dare risposte a diversi furti e reati che, negli anni, sono avvenuti in città, nei negozi o anche tra gruppi di ragazzini.
Perché conosceva, sapeva a chi chiedere, appianava, stemperava. Ma guai a mancargli di rispetto o a provare a prenderlo in giro. "Io ci sono sempre, ma ho una sola parola", diceva spesso.
In questi ultimi mesi, da quando si è diffusa la notizia del suo pensionamento, sono stati numerosi i commercianti che hanno espresso dispiacere umano da un lato ma anche e soprattutto preoccupazione per la perdita di una figura di riferimento anche sul piano della sicurezza. Perché lo ritengono insostituibile, proprio per quella straordinaria rete che ha saputo tessere.
Filippo Parlagreco non sa se verrà sostituito. I commercianti lo sperano e, con i loro rappresentanti, chiederanno presto un incontro con il nuovo comandante provinciale per capire se ci sarà un nuovo carabiniere di quartiere.
Nonostante non abbia mai voluto avere uno smartphone, nonostante non abbia mai avuto whatsapp e non sia mai stato nella chat per la sicurezza che hanno creato i commercianti della città, Filippo aveva sempre tutto sotto controllo ed era sempre raggiungibile. Anche quando non era in servizio.
Una figura preziosa per la città: per il suo ruolo ha avuto tanti riconoscimenti. Premiato come eccellenza di Cuneo; o per essere stato una presenza costante, per 32 anni, a Castelmagno, in occasione della Festa di San Magno, con la divisa delle grandi occasioni.
Per lui, lo ha detto spesso, sono stati anni bellissimi. Ha mille ricordi, mille aneddoti, mille casi risolti in collaborazione con gli altri reparti dell'Arma, per i quali era una fonte inesauribile di segnalazioni. Perché i cuneesi, schivi di natura, con il tempo avevano imparato a fidarsi e a confidarsi con lui.
Tra i suoi ricordi più belli, che gli fanno brillare gli occhi, la gioia restituita ad un bambino di 4 anni dopo il furto della sua bici in un cortile del centro storico. Disperato, lacrimoni e naso che colava. Filippo prova a dirgli che Babbo Natale gliene porterà un'altra. La mamma del bimbo lo guarda come a dire: "Non possiamo permettercelo". Che fare? Si attiva, capisce come è avvenuto il furto, gente che arriva da fuori e bici irrecuperabile.
Ma Filippo non riesce a dimenticare quel bambino disperato. Va nel negozio di bici sul Lungogesso e ne compra una di seconda mano. Il titolare la rimette a posto a sue spese. Un regalo di Babbo Natale bellissimo per il bimbo.
Quante truffe sventate ai danni degli anziani. Sono proprio questi reati piccoli ma devastanti per chi li subisce a stargli particolarmente a cuore. Come gli stanno a cuore i ragazzi delle scuole, per cui è stato punto di riferimento per ben 17 anni.
Per gli studenti, i prof e i dirigenti. Quando capitava qualcosa, si chiamava Filippo. L'ultimo episodio nei giorni scorsi. Il furto di un telefono cellulare all'Enaip di Cuneo, all'interno di una classe.
Filippo viene chiamato, arriva, parla con i ragazzi. Fa leva sulla fiducia e sul rispetto, poi lascia che siano loro a capire come gestire la cosa. Non vuole sapere chi è stato, esce dall'aula dicendo semplicemente: "Stupitemi!".
Dopo due ore il telefono è sulla scrivania della dirigente. E Filippo torna a scuola, per ringraziare i ragazzi e per dire loro che sono stati dei bravi cittadini.
All'ingresso a scuola una prof lo abbraccia, felice per il fatto che la cosa si sia risolta in fretta e per la lezione che i ragazzi hanno imparato.
Ecco: Filippo è stato tutto questo. Passava dal "Mi raccomando", che non lasciava molto spazio alla trattativa, allo "Stupitemi" al "Grazie". Mancherà a tutti la sua figura imponente, il suo sguardo diretto, la sua stretta di mano decisa e rassicurante.
Dal 7 ottobre, i portici e le strade di Cuneo saranno decisamente più vuoti.