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Politica | 02 novembre 2024, 10:00

Valle Varaita, dopo il varo della giunta dell’Unione Montana resta da definire l’organigramma del Bim

Alla presidenza del Bacino Imbrifero andrà con ogni probabilità il sindaco di Melle Giovanni Fina. Si apre però il “caso Piasco”, importante Comune della bassa valle ad oggi escluso dai due esecutivi degli enti sovracomunali valligiani

Giovanni Fina

Giovanni Fina

Dopo la riconferma di Silvano Dovetta alla presidenza dell’Unione Montana Valle Varaita per il terzo mandato consecutivo e il varo della nuova giunta, resta da definire - ma meglio sarebbe dire “perfezionare” - l’organigramma del Bim (Bacino imbrifero) del Varaita.

Nelle scorse settimane è stato abbozzato lo schema della “deputazione” (così si chiama la giunta del Bim) con la tacita benedizione del presidente uscente, Marco Gallo, già sindaco di Busca e ora assessore regionale alla Montagna.

Sul presidente non sembrano esserci dubbi: sarà con ogni probabilità Giovanni Fina, sindaco di Melle e vicepresidente uscente dell’Unione, colui che ha gestito in regime commissariale l’ente nella fase del voto amministrativo.

In valle – lo ricordiamo – sono stati quattro i Comuni interessati a giugno dal voto amministrativo: Venasca, Piasco, Isasca e Bellino.

Alla vicepresidenza del Bim andrà, con ogni probabilità, il sindaco di Frassino, Roberto Ellena.

Gli altri tre membri in predicato sono: Pietro Ruffa, amministratore veterano già sindaco di Pontechianale, Giuliano Degiovanni, sindaco di Rossana ed Elena Vincenti, sindaco di Isasca.

Il solo Comune della valle a restare fuori dagli esecutivi dell’Unione e del Bim è Piasco, questione ancora oggetto di interlocuzioni e a cui si deve il ritardo rispetto al Bim del Po, che una ventina di giorni fa ha riconfermato presidente Marco Margaria ed eletto la nuova deputazione.

In realtà – a ben considerare – Piasco non è l’unico Comune ad essere stato escluso, in quanto mancherebbero anche Casteldelfino e Brossasco, ma questi – si sa – sono inseriti quasi d’ufficio (si fa per dire) tra gli storici oppositori.

La motivazione ufficiosa addotta in merito al “caso Piasco” è legata al fatto che la sindaca, Stefania Dalmasso, avrebbe già avuto un importante riconoscimento con la sua elezione alla presidenza dell’assemblea dei sindaci del Consorzio socio-assistenziale Monviso Solidale.

Una spiegazione che tuttavia non convince tutti dal momento che il “Monviso” ha poco a che vedere con Unione montana e Bim, i due enti sovracomunali di valle.


GpT

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