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Storie di montagna | 30 marzo 2025, 07:15

STORIE DI MONTAGNA 157/ Due donne, un rifugio, un cambio di vita

La storia di Alice ed Helga e di come hanno scelto di lasciare Varese e gestire un rifugio di montagna

Alice ed Helga, del rifugio Cima Bossola

Alice ed Helga, del rifugio Cima Bossola

Poche curve di strada asfaltata e si arriva in un piccolo paradiso.

Siamo in Val Chiusella, in Località Marciana, Rueglio (TO) e oggi ti faccio conoscere il rifugio Cima Bossola (TO) 1100 mt slm, un luogo tutto al femminile dove Alice ed Helga hanno trovato un nuovo inizio, coronando il sogno di vivere a lavorare in montagna. Per capire come sono arrivate qui, come in tutte le mie storie, bisogna partire da lontano.

Alice è originaria di Varese, arriva da una famiglia che gestisce da sempre un’impresa edile. Condivide la sua vita con tre fratelli maschi, di cui lei è la maggiore.

Alice è una ragazza solare, timida che lavora nell’azienda dello zio materno, titolare di un'impresa produttrice di tubi in PVC, per 22 anni.

“Ho fatto la gavetta con mio zio, sono cresciuta in azienda con lui. Mi occupavo della produzione, affiancando e supportando la sua genialità di imprenditore innovativo. Un lavoro che mi ha sempre appassionato perché sono sempre stata coinvolta in prima persona” mi racconta Alice.

Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto e ad un certo punto il lavoro amato per anni inizia a stare stretto. Questa donna trova nella montagna una via di fuga. Un modo per gestire meglio una situazione diventata pesante, un rifugio per dimenticare un matrimonio andato male e le mille difficoltà che la vita le mette davanti.

Si iscrive al CAI e qui conosce Helga.

Anche Helga è originaria della provincia di Varese. Studia come perito agrario e trova subito lavoro presso i centri di giardinaggio dove resta per 25 anni. Qui entra in un mondo caotico e difficile ovvero: il commercio dei fiori recisi!

“Sono stata responsabile di un grande magazzino. Il  mercato dei fiori recisi è particolare : si vendono di giorno e si acquistano di notte, per garantire la loro freschezza. Dovevo essere sempre reperibile: questa era la cosa più faticosa. Mi sono dovuta fare spazio in un mondo prettamente maschile! Ma per alcuni anni mi è piaciuto” mi racconta Helga.

Con l’arrivo del covid, come è successo per molte persone, anche questa donna forte e decisa ha iniziato a sentire la voglia di cambiare vita.

Dal caos di un mercato, con stress e ritmi impossibili, è iniziata la ricerca di una vita a contatto con gli animali, di un lavoro umano, che avesse tra le sue mansioni il contatto con la natura. Il caso la porta in Valle Po. Dopo un sopralluogo la scelta è stata rapida e improvvisa.

“Mi sono ritrovata in un ambiente montano bellissimo, dove il mio lavoro prevedeva l’accudimento degli alpaca e delle capre cashmere. Non ho esitato un attimo e mi sono lanciata in questa nuova avventura!”

Il destino ha fatto incontrare queste due donne speciali.

L’incontro le porta a pianificare, progettare, fantasticare sul sogno comune di gestire insieme un rifugio. Ma non erano solo parole. Se si vuole davvero coronare un sogno bisogna lavorare per raggiungerlo e così Alice inizia a frequentare un corso di cucina e capisce subito che diventa la sua nuova strada.

“Fare esperienza mi è sembrato importante in previsione di un futuro nella ristorazione. Dopo il corso, nei weekend, lavoravo presso dei ristoranti e, per capire se la vita in montagna avrebbe fatto per me, ho lavorato una stagione estiva in un rifugio in Valle Varaita!”

Alice ed Helga erano come due bollitori sul fuoco in attesa che l’acqua bollisse per poter servire il té. Si preparavano ad un nuovo inizio che è arrivato.

Alice, grazie ad un amica, scopre la disponibilità del rifugio Cima Bossola. Partono per un sopralluogo e, nonostante la diffidenza iniziale di Helga, capiscono che era il posto giusto per un nuovo inizio.

Questo bellissimo angolo di paradiso, infatti, ha tutto ciò che può essere utile per iniziare un lavoro in montagna: raggiungibile in auto tutto l’anno, la possibilità di vivere sul posto, non troppi coperti e un prezzo di gestione decisamente accettabile.

A giugno 2023 il rifugio prende vita con la grinta e la voglia di fare di queste due donne, sempre sul pezzo. C’era bisogno di rilanciare questo posto, che da tempo non era più vivo, ma che nel passato era un punto di riferimento per i valligiani.

“La nostra idea era quella di fare un cambio di vita e non di arricchirci, perché entrambe avevamo dei lavori meglio remunerati. Qui non si diventa ricchi economicamente, ma emotivamente si! Anche se siamo “forestiere” siamo diventate parte di una bella comunità” mi dice Alice.

Alice ed Helga si sono divise i compiti: la prima si occupa della cucina mentre la seconda dell’accoglienza. Entrambe delle pulizie, della spesa e delle piccole manutenzioni necessarie.

“Abbiamo fatto dell'accoglienza e della buona cucina i nostri cavalli di battaglia” mi dice Helga. “Perché vogliamo che i nostri clienti si sentano coccolati e che vogliano tornare a trovarci. Viviamo qui e ci piace essere, oltre che uno spazio turistico, anche un servizio per il territorio e chi vive quassù tutto l’anno! Inoltre acquistiamo le materie prime nel territorio e abbiamo ottimi fornitori delle zona che conosciamo personalmente”.

Sono stata due giorni con queste donne stupende, ho visto tutti i lavori del rifugio, ho assaggiato l’ottima cucina e ho capito come l’unione fa la forza. Mi sono sentita come a casa, ma immersa tra le montagne con un panorama mozzafiato. In rifugio si può dormire, grazie alla camerata con 17 posti letto. Un posto per ricaricarsi, incontrare due donne stupende sempre solari e accoglienti e mangiare benissimo: direi che sono ottimi motivi per andare a conoscere questo posto.

Per informazioni https://www.instagram.com/rifugiocimabossola oppure cimabossola.rifugio@gmail.com.

Cinzia Dutto

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