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Viabilità | 29 maggio 2025, 15:00

Trasporto pubblico locale, da Demonte l'appello a maggiori investimenti mirati a tutela di cittadini, lavoro, salute e istruzione [VIDEO]

Dai dati alla realtà, l'incontro ha affrontato tutte le criticità che nel tempo si sono acuite. Il piccolo centro scelto come simbolo dello spopolamento da fermare

Una piaga che affligge in particolare le aree interne, ma anche tutto il resto della provincia. Il trasporto pubblico locale resta ancora un problema per cittadini e per politici. Nessuno è soddisfatto.

C'è chi si rassegna, rinuncia a spostarsi o chi decide di trasferirsi. Del resto, i servizi presenti in un'area rientrano tra i requisiti di vivibilità, pregiudicano lo stesso sviluppo.
 


Se n'è parlato stamattina nell'anfiteatro a Demonte per la quarta tappa del percorso di confronto pubblico “Il trasporto che ci salva”, promosso e ideato da Cgil Piemonte insieme a Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Federconsumatori Piemonte, UDU, Fridays For Future, Co.M.I.S. Piemonte, ARCI Piemonte e Libera Piemonte.



Dopo il saluto istituzionale del sindaco Adriano Bernardi, sono intervenuti progressivamente i vari esponenti delle relative sigle e associazioni presenti, ciascuno portando esempi concreti su come il servizio di trasporto e di mobilità pubblica sia strettamente connessa con i diritti fondamentali all'istruzione, alla salute e al lavoro. Per poter esercitarli in mancanza di mezzi propri gli spostamenti su gomma o su ferro negli ultimi anno hanno subito drastici tagli. Uno scarso, se non inesistente, servizio di trasporto pubblico si traduce nella cosiddetta desertificazione montana, che innesca a sua volta un processo inverso allo sviluppo dei piccoli centri.

Il sindaco di Demonte riconosce come “adeguato è il trasporto scolastico, ma non quello per tutti i cittadini”.

L'appello è chiaro: servono più risorse e attenzione. Ed è rivolto alle istituzioni regionali per interventi e finanziamenti mirati, anche per territori a domanda debole. 


 

GUARDA QUI IL VIDEO:


I dati riportati, prima dalla segretaria regionale Cgil Piemonte Stefania Pugliese e poi da Alice Tardivo Filt Cgil Cuneo, narrano una riduzione della metà dei mezzi negli ultimi 12 anni.

Dai dati rilevati da CGIL, attraverso un questionario, a cui negli ultimi mesi hanno risposto quasi 2000 utenti, di cui oltre 600 della provincia di Cuneo, risulta che soltanto il 13,2% dei cuneesi utilizza il TPL tutti i giorni (più basso rispetto al dato complessivo del Piemonte che è 17,8%) e che il 49% degli utenti ritiene la qualità del servizio offerto scarsa o pessima mentre il 34% del campione la ritiene appena sufficiente. Basti pensare che, negli ultimi anni, la provincia di Cuneo è stata quella più colpita dalla diminuzione del numero di autobus passando da oltre 120 autobus per 100.000 abitanti nel 2010 a circa 60 nel 2022. In quanto al trasporto ferroviario è indicativo che la linea Torino - Cuneo - Ventimiglia/Nizza risulti, dal rapporto “Pendolaria 2025” di Legambiente, una delle peggiori di Italia. “Dagli ultimi dati a nostra disposizione – spiega Pugliese - , inoltre, emerge in maniera chiara la generale propensione delle/dei pendolari piemontesi all’uso del mezzo privato, che nel Cuneese è del 69%”.

Ad illustrare la situazione della valle Stura è intervenuto il presidente dell'Unione Montana Loris Emanuel, che ha riportato il progetto in corso con il Consorzio Granda Bus nell'ambito della strategia Margreen condivisa dalle tre valli Stura, Gesso e Vermenagna. Il progetto vedrà collegate le valli Stura e Gesso, “questo ci permetterà di quasi raddoppiare le corse – spiega Emanuel -. Borgo San Dalmazzo diventerà luogo di interscambio con il trasporto urbano diretto a Cuneo, presso la stazione si prevede un secondo interscambio per chi dovrà invece servirsi dei treni per i propri spostamenti”.

Sara Aschero

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