Una piaga che affligge in particolare le aree interne, ma anche tutto il resto della provincia. Il trasporto pubblico locale resta ancora un problema per cittadini e per politici. Nessuno è soddisfatto.
C'è chi si rassegna, rinuncia a spostarsi o chi decide di trasferirsi. Del resto, i servizi presenti in un'area rientrano tra i requisiti di vivibilità, pregiudicano lo stesso sviluppo.
Se n'è parlato stamattina nell'anfiteatro a Demonte per la quarta tappa del percorso di confronto pubblico “Il trasporto che ci salva”, promosso e ideato da Cgil Piemonte insieme a Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Federconsumatori Piemonte, UDU, Fridays For Future, Co.M.I.S. Piemonte, ARCI Piemonte e Libera Piemonte.
Dopo il saluto istituzionale del sindaco Adriano Bernardi, sono intervenuti progressivamente i vari esponenti delle relative sigle e associazioni presenti, ciascuno portando esempi concreti su come il servizio di trasporto e di mobilità pubblica sia strettamente connessa con i diritti fondamentali all'istruzione, alla salute e al lavoro. Per poter esercitarli in mancanza di mezzi propri gli spostamenti su gomma o su ferro negli ultimi anno hanno subito drastici tagli. Uno scarso, se non inesistente, servizio di trasporto pubblico si traduce nella cosiddetta desertificazione montana, che innesca a sua volta un processo inverso allo sviluppo dei piccoli centri.
Il sindaco di Demonte riconosce come “adeguato è il trasporto scolastico, ma non quello per tutti i cittadini”.
L'appello è chiaro: servono più risorse e attenzione. Ed è rivolto alle istituzioni regionali per interventi e finanziamenti mirati, anche per territori a domanda debole.
GUARDA QUI IL VIDEO:
I dati riportati, prima dalla segretaria regionale Cgil Piemonte Stefania Pugliese e poi da Alice Tardivo Filt Cgil Cuneo, narrano una riduzione della metà dei mezzi negli ultimi 12 anni.
Dai dati rilevati da CGIL, attraverso un questionario, a cui negli ultimi mesi hanno risposto quasi 2000 utenti, di cui oltre 600 della provincia di Cuneo, risulta che soltanto il 13,2% dei cuneesi utilizza il TPL tutti i giorni (più basso rispetto al dato complessivo del Piemonte che è 17,8%) e che il 49% degli utenti ritiene la qualità del servizio offerto scarsa o pessima mentre il 34% del campione la ritiene appena sufficiente. Basti pensare che, negli ultimi anni, la provincia di Cuneo è stata quella più colpita dalla diminuzione del numero di autobus passando da oltre 120 autobus per 100.000 abitanti nel 2010 a circa 60 nel 2022. In quanto al trasporto ferroviario è indicativo che la linea Torino - Cuneo - Ventimiglia/Nizza risulti, dal rapporto “Pendolaria 2025” di Legambiente, una delle peggiori di Italia. “Dagli ultimi dati a nostra disposizione – spiega Pugliese - , inoltre, emerge in maniera chiara la generale propensione delle/dei pendolari piemontesi all’uso del mezzo privato, che nel Cuneese è del 69%”.
Ad illustrare la situazione della valle Stura è intervenuto il presidente dell'Unione Montana Loris Emanuel, che ha riportato il progetto in corso con il Consorzio Granda Bus nell'ambito della strategia Margreen condivisa dalle tre valli Stura, Gesso e Vermenagna. Il progetto vedrà collegate le valli Stura e Gesso, “questo ci permetterà di quasi raddoppiare le corse – spiega Emanuel -. Borgo San Dalmazzo diventerà luogo di interscambio con il trasporto urbano diretto a Cuneo, presso la stazione si prevede un secondo interscambio per chi dovrà invece servirsi dei treni per i propri spostamenti”.