Oggi immaginavo di scrivere tutt’altro genere di Farinél. Sono a Mondovì, nella città delle mongolfiere, della ceramica e, da ieri del Gin e del Ginepro con il festival Giny che è partito con un gran successo di pubblico, nel segno del bere consapevole e della promozione della storia delle botaniche della nostra provincia.
Questo non può essere un Farinél gioioso e scanzonato, perché in questo momento una famiglia dell’albese sta piangendo la morte di un ragazzo di 22 anni, un’età in cui bisognerebbe solamente vivere e fare esperienze.
Un’altra famiglia si starà recando al Cto di Torino dove un secondo ragazzo sta lottando tra la vita e la morte.
Altre tre famiglie avranno saputo che i loro figli sono ricoverati nell’ospedale di Verduno, non in pericolo di vita, ma comunque in condizioni gravi.
Come ricordato in un precedente articolo si tratta della decima vittima della strada da inizio anno sulle strade della nostra Provincia. Soltanto ieri, in serata, a perdere la vita era stato un motociclista quarantottenne deceduto in seguito a uno scontro che si è verificato a Castelletto Stura con un'autovettura, in corrispondenza del bivio della provinciale per Montanera.
Un altro ventiduenne motociclista sta lottando tra la vita e la morte per un incidente avvenuto a Montezemolo.
Le cause possono essere molteplici, ma nella maggior parte dei casi sono la velocità, l’uso dei cellulari alla guida, la disattenzione, il consumo di alcol.
Proprio per questo abbiamo voluto che all’interno di Giny ci fossero più momenti dedicati al consumo consapevole di alcolici, rivolto in particolar modo ai più giovani, con le forze dell’ordine e la polizia locale invitando a raggiungere il luogo dell’evento in funicolare o individuando un guidatore che a turno eviti di bere alcolici.
Capiremo nei prossimi giorni le cause di questo incidente, ma poco cambierà perché non ci possono essere ragioni per piangere la vita di un ragazzo di 22 anni, al momento possiamo solamente essere vicini alla famiglia e non lasciare soli genitori che stanno vivendo le ore peggiori della loro vita.
Avendo vissuto, come tanti, l’esperienza di vivere, da passeggero un grave incidente non posso che immaginare cosa avranno vissuto questi ragazzi, la paura, il dolore che avranno provato, per uno di loro non ci sarà una nuova alba, per tutti gli altri la vita, da oggi, cambierà.
Cambierà soprattutto per il ragazzo che era al volante e che sentirà come un macigno il peso di un incidente che, gli inquirenti stabiliranno a cosa è stato dovuto.
In attesa che la giustizia faccia il suo corso non possiamo far altro che piangere per chi ha subito questo incidente terribile che lascia sgomenti. Dalle prime informazioni raccolte sul posto potrebbe esserci la velocità tra le cause, tutti nella vita abbiamo schiacciato un po’ di più l’acceleratore o rischiato una volta un sorpasso azzardato. Se siamo qui a parlarne vuol dire che ci è sempre andata bene. In alcuni casi, però, non va bene e tutto il mondo crolla lasciando un prima e un dopo. Il prima e il dopo nella vita di questi ragazzi sarà alle 4 di questa calda notte di inizio giugno, con la prospettiva di una estate da vivere come vivono i ventenni, nelle feste, al mare, con nuovi amori, nuove amicizie, esperienze, sorrisi.
Tutto spazzato via in un secondo. Per loro si può fare poco, gli inquirenti stabiliranno dinamica, cause, chiariranno se ci sono delle responsabilità penali, quello che possiamo fare tutti è provare, ancora una volta, sperando che sia l’ultima a imparare la lezione, a non bere se dobbiamo guidare, a non accelerare portando i bolidi che guidiamo al limite, a non effettuare inutili sorpassi azzardati, a non favorire, insomma, un fato che a volte sa essere terribile di suo.
Si chiamava Mateu Mihai era un ragazzo di 22 anni che sicuramente era pieno di sogni, di speranze, di progetti e che non vedrà mai l’inizio di questa estate. Il mio cuore piange per lui e per quei quattro amici per cui la vita non sarà più la stessa.