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Cronaca | 04 giugno 2025, 11:04

Targhe contraffatte e auto elaborate in officine della Granda: così agiva la banda accusata di decine di furti in appartamento nelle province di Cuneo, Asti, Verona e Vicenza [VIDEO]

Tredici gli arresti a carico di altrettanti soggetti legati alla comunità "sinti" di San Damiano d’Asti. Sequestrati denaro per 130mila euro, gioielli, pistole e decine tra smartphone e ricetrasmittenti

Il procuratore della Repubblica di Asti Biagio Mazzeo illustra i dettagli dell'operazione insieme ai vertici del Comando Provinciale dei Carabinieri

Il procuratore della Repubblica di Asti Biagio Mazzeo illustra i dettagli dell'operazione insieme ai vertici del Comando Provinciale dei Carabinieri

Ventuno furti in abitazione commessi nel giro di sette mesi, tra il settembre 2024 e l’aprile di quest’anno, nelle province di Cuneo, Asti, Verona e Vicenza, oltre ad altri sette tentati furti.

Vere e proprie spedizioni, iniziate nel periodo di dicembre scorso, concentrate in specifiche località, dove venivano prese di mira più abitazioni nello stesso giorno. 

Sono i fatti contestati al sodalizio criminale al centro dell’operazione condotta ieri (martedì 3 giugno) dalla Compagnia Carabinieri di Cuneo col coinvolgimento di 150 militari dell’Arma, chiamati a dare esecuzione a 13 misure cautelari per furto in abitazione aggravato in concorso richieste dalla Procura della Repubblica di Asti ed eseguite nelle province di Cuneo, Asti, Vicenza e Verona.

Un intervento fulmineo, durato non più di 20 minuti, effettuato con tecniche militari e con il preciso scopo di tutelare tutti i coinvolti, dai militari ai soggetti destinatari di misure cautelari. 

Agli arresti in carcere sono finiti 13 soggetti appartenenti alla comunità "sinti" di San Damiano d’Asti o a essa collegati, cui gli inquirenti contestano reati contro il patrimonio continuati e in concorso. Hanno dai 24 ai 60 anni, collegati da vincoli di sangue o di convivenza. Un passaggio di "competenze" dai più anziani ai più giovani, in un contesto di vero e proprio professionismo. Molti di loro erano già gravanti da precedenti specifici. 

Le indagini – illustrate stamane dai vertici dell'Arma insieme al procuratore capo astigiano Biagio Mazzeo –  sono iniziate nel settembre scorso a seguito di alcuni furti in appartamento su cui i Carabinieri di Cuneo hanno indagato a partire da alcuni "elementi informativi" raccolti sulla scena del crimine. "E' stata data una risposta su uno dei reati che maggiormente tocca la popolazione. I furti in casa violano non solo la proprietà, ma la propria sfera privata", ha sottolineato Mazzeo nello specificare come l'operazione fosse di assoluto interesse pubblico. 

Tutto ha preso il via a Ceva, dove più volte era stata segnalata la presenza di un'autovettura Skoda Yeti, molto potente - era stato infatti contraffatto il motore - ma di colore ogni volta diverso, così come diversa era la targa. 

Il Nucleo Investigativo è così riuscito a connettere i dati raccolti individuando progressivamente tutti i componenti del sodalizio criminoso, pedinandoli per mesi attraverso diverse regioni del nord Italia e raccogliendo "elementi di prova gravi e concordanti".

Lunghe indagini e appostamenti, come è stato specificato nel corso della conferenza: "Abbiamo vissuto al loro fianco senza che mai se ne accorgessero. Non li abbiamo mai persi di vista"

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Secondo quanto riferito dagli inquirenti gli indagati, "soggetti organizzati e compatti, particolarmente abili nel camuffare i propri connotati", riuscivano a introdursi all’interno di abitazioni prevalentemente isolate, anche dotate di sistemi d'allarme avvalendosi di attrezzature particolarmente sofisticate e spesso utilizzando strumenti quali seghe circolari, scassinando porte, finestre e casseforti. "Ottenuto l'accesso, facevano incetta di ogni bene", hanno raccontato il comandante provinciale dei Carabinieri di Cuneo, colonnello Mario Piras, insieme  ai comandanti del Reparto Operativo, tenente colonnello Daniele Riva, e a quello del Nucleo Investigativo, tenente Marco Dainese

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Il gruppo si avvaleva di vetture molto performanti ed elaborate da professionisti operanti sul territorio della provincia di Cuneo, al momento non indagati ma oggetto di approfondimenti anche amministrativi. 

Le operazioni di polizia giudiziaria, eseguite in provincia di Asti e Verona, si sono sviluppate anche con l'esecuzione di numerose perquisizioni locali e controlli a officine meccaniche e hanno consentito di rinvenire e sequestrare due autovetture Skoda "Yeti" con targhe contraffatte e vani modificati per nascondere la refurtiva. 

I militari hanno sequestrato circa 130mila euro in contanti in banconote di vario taglio, numerose targhe contraffatte e materiale per la loro contraffazione, gioielli e monili, tre orologi "Rolex", una pistola cal. 9x21 marca Tanfoglio e 10 cartucce del medesimo calibro, una rivoltella cal.7,65 marca Fegyvergya, una pistola semiautomatica cal.320 marca "Harrington", vestiario di varie marche e accessori d'abbigliamento, 24 smartphone e ricetrasmittenti, tutto materiale ritenuto provento di pregresse attività predatorie e utilizzato per la loro commissione.

L’operazione di ieri ha coinvolto i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cuneo, con il supporto in fase di esecuzione dei Carabinieri Forestali del Gruppo di Cuneo, delle unità Sos "Squadre Operative di Supporto" e ulteriore personale del 1° Reggimento "Piemonte", dei cinofili e di un elicottero del 1° Elinucleo di Volpiano, nel Torinese. 

Presente anche personale del Corpo Militare della Croce Rossa, con 12 unità, di cui un medico e 3 ambulanze, tutti appartenenti al 1° Centro di Mobilitazione "Piemonte". Una decisione finalizzata a garantire una cornice di sicurezza sanitaria in caso di necessità.

Ulteriori accertamenti sono in corso per riscontrare la provenienza della refurtiva. Al termine delle formalità di rito gli arrestati sono stati associati presso le case circondariali di Cuneo, Alessandria, Asti, Vercelli e Torino. La loro posizione è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria.

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