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Attualità | 19 settembre 2025, 15:54

Mercato del Tartufo, Alba valuta l’apertura a cercatori italiani e stranieri. La minoranza dice no: "Tutelare i nostri trifolao"

La proposta della Giunta arriva in Commissione: possibile vendita fino a un chilo al giorno anche per trifolao non piemontesi. La minoranza, guidata da Emanuele Bolla, annuncia battaglia in Consiglio comunale

Mercato del Tartufo, Alba valuta l’apertura a cercatori italiani e stranieri. La minoranza dice no: "Tutelare i nostri trifolao"

L’amministrazione comunale di Alba ha messo sul tavolo una proposta destinata a far discutere: modificare il regolamento del Mercato Mondiale del Tartufo, aprendo la possibilità di vendita anche a trifolao e cercatori provenienti da altre regioni italiane e persino dall’estero. Il limite fissato sarebbe di un chilogrammo complessivo di prodotto al giorno.

La delibera, portata in commissione consiliare dopo il lavoro dell’assessore al Turismo Caterina Pasini insieme al collega Roberto Cavallo, cambierebbe l’attuale impostazione: oggi, infatti, gli spazi del mercato sono riservati ai soli cercatori piemontesi in possesso del tesserino regionale. L’apertura è stata inserita anche all’ordine del giorno del direttivo dell’Associazione Nazionale delle Città del Tartufo, come ipotesi per rafforzare i legami con le altre realtà italiane del settore.

Ma la proposta ha subito incontrato la netta contrarietà dei consiglieri comunali di minoranza, che in una nota congiunta – firmata da Emanuele Bolla, Riccardo Spolaore, Lorenzo Barbero, Carlo Bo, Domenico Boeri, Massimo Reggio, Elisa Boschiazzo e Nadia Gomba – hanno ribadito la loro posizione: “La promozione del nostro territorio e la vetrina di vendita del Mercato Mondiale del Tartufo devono rimanere riservate ai nostri trifolao: non vi è nessuna utilità per la città nell’aprire la nostra più grande kermesse a trifolao che non hanno nulla a che fare con il nostro territorio. Aprire la parte più nobile della Fiera del Tartufo Bianco d'Alba alle altre città italiane o addirittura ad altri paesi del mondo non conferisce alcun valore al nostro sistema tartufo, ma lancia un messaggio di allargamento a un commercio nazionale e internazionale di tartufi incoerente con la narrazione della valorizzazione di un prodotto locale. Il mercato della Fiera deve rimanere a esclusivo appannaggio di cercatori e trifolao piemontesi, senza aprirsi ad altri cercatori italiani e stranieri”.

Sulla stessa linea il consigliere Emanuele Bolla, che aggiunge: “La Fiera è un patrimonio di tutti, su cui non devono pesare divisioni e polemiche: la maggioranza sospenda questa idea, che riteniamo sbagliata, e apra un ragionamento con la minoranza su come valorizzare al meglio il prodotto principe dell’autunno albese. Siamo aperti al confronto, ma dev’essere in favore dei nostri cercatori e non di quelli di altre regioni o addirittura stranieri. Se il provvedimento non sarà sospeso stiamo ragionando sulla possibilità di presentare emendamenti al Consiglio comunale, affinché si sospenda questa previsione. Se si vuole ragionare su come rafforzare la centralità di Alba nel panorama del tartufo italiano siamo disponibili a dare un contributo, che potrebbe passare dall’ospitare momenti di confronto e convegni con altri territori, attraverso conferenze e dibattiti in città, ma senza l’affiancamento di cercatori non piemontesi ai nostri trifolao”.

La minoranza conclude: “Siamo aperti a un confronto sul piano nazionale per rafforzare la leadership del territorio, ma questa iniziativa di governo del sistema tartufo non può passare dall’apertura del mercato del tartufo a chi viene da fuori regione o addirittura da altre nazioni. Siamo disponibili a capire come farlo insieme, ma questa strada ci sembra profondamente sbagliata”.

cs

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