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Eventi | 19 settembre 2025, 15:32

Nel buio assoluto per 24 ore: l'esperienza estrema di Teatro Selvatico in una grotta

Loris Berretta si chiude in totale isolamento sensoriale per un giorno intero. Una performance radicale che sfida la superficialità contemporanea e indaga i limiti della condizione umana

Nel buio assoluto per 24 ore: l'esperienza estrema di Teatro Selvatico in una grotta

Una grotta. Il buio assoluto. Ventiquattro ore senza luce, senza distrazioni, senza scampo.  

Loris Berretta, attore e performer, ha ideato e vissuto la nuova performance di Teatro Selvatico, accompagnato dal collega Isacco Caraccio Anghilante, custode e testimone.  

Non è uno spettacolo: è un viaggio. È un atto di coraggio.

Volevo vedere cosa resta quando togli tutto”, racconta Loris, con lo sguardo ancora segnato dall’oscurità. “Quando rimani solo con te stesso, senza possibilità di fuga. La grotta è il luogo perfetto: ti accoglie, ti protegge, ma ti mette anche davanti a ciò che sei, senza filtri.

Isacco, che ha portato cibo e ascolto durante le 24 ore, aggiunge: “Questa azione è una domanda aperta. Che cosa succede se scegliamo di stare, invece di scappare? Se accettiamo il buio, la paura, la fragilità, invece di combatterle o nasconderle?

A partire da qui, la performance si trasforma in un’indagine profonda sulla condizione umana. Gli oggetti minimi presenti nella grotta – una branda militare, un secchio, un tavolino e il cibo fornito dall’esterno – sottolineano la dimensione essenziale e vulnerabile dell’esperienza.  

Per ventiquattro ore, la privazione sensoriale e la solitudine hanno permesso a Berretta di esplorare i limiti della percezione e della presenza, in uno spazio che costringe a confrontarsi con sé stessi senza distrazioni.

Questa azione si staglia con forza contro la tendenza contemporanea a ridurre ogni esperienza a pochi secondi di finzione e superficialità, pensata per essere consumata rapidamente sui social. In un mondo dove tutto si ridicolizza e si semplifica per stare dentro una storia da trenta secondi, Teatro Selvatico continua a scegliere la profondità, la lentezza, il rischio dell’autenticità.

Le esperienze vissute, come questa immersione totale nel buio, non sono solo gesti estremi: diventano materiale vivo per i workshop e i percorsi formativi che Teatro Selvatico propone. Qui, la pratica teatrale si intreccia con la ricerca personale, offrendo ai partecipanti la possibilità di confrontarsi con la propria fragilità e di riscoprire il valore dell’ascolto e della trasformazione.

Con questa esperienza, Teatro Selvatico conferma la propria vocazione a proporre azioni artistiche che interrogano il senso dell’esistenza e invitano a fermarsi, riflettere e riscoprire il contatto profondo con la propria umanità. In un tempo che premia la velocità e la superficie, la scelta è quella di andare controcorrente e restituire spazio alle esperienze che lasciano davvero il segno.

cs

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