Qualche secondo per l’aggressione e un’attesa lunga un’ora. Questi i tempi dell’agguato. Michele Nicastri, ingegnere di 39 anni, nascosto dietro un’auto parcheggiata, si muove. Sono le 1:39:21 della notte del 23 ottobre quando l’uomo esce dal suo nascondiglio. Pochi istanti dopo, Marco Veronese viene colpito. L’attesa nel parcheggio è un dettaglio preciso, una sequenza di immagini che è stata fondamentale nell’inchiesta sull’omicidio dell’imprenditore 49enne nativo di Bra e vissuto a Ceresole d'Alba ucciso in via Sabotino, a Collegno. Un’esecuzione premeditata, ora documentata da fotogrammi che sembrano parlare da soli. Nessun gesto impulsivo: l’aggressore aspetta, studia i movimenti della vittima, poi agisce con freddezza.
Veronese stava rientrando a casa quando era stato raggiunto da dieci fendenti sferrate da un uomo incappucciato. Gli investigatori hanno visionato le immagini delle telecamere di sorveglianza installate in via Sabotino, dove l'uomo è stato aggredito, e lungo corso Francia. In parallelo sono state sentiti amici, famigliari, vicini di casa e conoscenti.
Fondamentale però era stata la testimonianza di una donna, che aveva visto l'aggressione: era stato un uomo che, dopo aver compiuto il delitto, era scappato di corsa
Le immagini, rese note dalla Procura, rappresentano ora un tassello chiave nel mosaico della ricostruzione di quanto è accaduto.
Veronese cammina tranquillo, ignaro di ciò che sta per accadere. Nicastri, nascosto, osserva in silenzio. Quando Veronese getta a terra la sigaretta e si dirige verso l’ingresso del palazzo, Nicastri si muove.
La giacca blu, lo zaino sulle spalle, il passo rapido ma controllato: emerge all’improvviso, raggiunge la vittima. Veronese si accorge della presenza solo un attimo prima, si gira, tenta di difendersi. Ma non ha scampo. Le immagini documentano una colluttazione violenta, breve e disperata. Poi il sangue. Sono decine le coltellate che lo freddano sull’asfalto.
Le immagini, analizzate dai carabinieri del nucleo investigativo, raccontano con precisione l’arrivo di Michele Nicastri: è mezzanotte quando l’ingegnere informatico compare in scena. Da lì, il tempo scorre verso il delitto: la lunga attesa, il nascondiglio dietro un’auto, poi l’omicidio e infine la fuga, ancora a bordo del suo veicolo. Il cerchio si è chiuso lo scorso 3 novembre, con l’arresto di Nicastri che ha confessato il delitto, ma non la premeditazione.














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