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Attualità | 12 dicembre 2019, 07:20

Entro l’estate 2021 l’apertura della “Porta di Valle” di Paesana, ma il gestore “non starà in piedi solo grazie ai finanziamenti pubblici”

Il progetto “Terres Monviso” mette a disposizione 138mila euro, ai quali si aggiungono i 180mila messi a disposizione dall’Unione montana del Monviso. Ma serviranno soltanto “per partire con le prime opere”: il recupero del piano rialzato della struttura e delle aree di pertinenza

Sullo sfondo l'edificio che ospiterà la Porta di Valle

Sullo sfondo l'edificio che ospiterà la Porta di Valle

Stando alle stime degli operatori, durante l’estate del 2021 la “Porta di Valle” di Paesana sarà aperta al pubblico.

A disposizione c’è l’ampia struttura dell’ex convitto alpino, nella porzione di terra compresa tra il campeggio, la sede paesanese della Croce rossa e la sede dell’Unione montana del Monviso. Uno stabile costruito negli anni Settanta, basato su forme esagonali che ne rendono, come ha confermato il tecnico Marco Bovero, di difficile di recupero e adattabilità per la nuova destinazione d’uso.

Il progetto Piter “Terres Monviso”, che ha ottenuto un finanziamento di 8milioni di euro, in parte destinati anche alla realizzazione di sette “Porte di Valle” (Paesana, Bagnolo Piemonte, Saluzzo, Demonte, Caraglio, Dronero, oltre alla già esistente a Brossasco), mette in ballo 138mila euro.

L’Unione montana del Monviso ne destina altri 180mila, ma serviranno soltanto “per partire con le prime opere” come ha detto ieri sera (mercoledì), nel corso della presentazione del progetto, Silvia Rovere, assessore dell’Ente montano con delega ai Progetti sovracomunali.

L’idea è infatti quella di procedere “a lotti”. Si pensa, nel lungo termine, anche al recupero del primo piano, che può essere trasformato “in una struttura alloggiativa turistica – ha aggiunto la Rovere – o per anziani con problemi di mobilità. Oppure ancora può diventare un ostello o, nei periodi di bassa stagione, un doposcuola, con spazi come refettorio e cucina. Per far sì che chi vuole vivere il territorio abbia servizi”.

Ma con i soldi a disposizione non vi sarà alcun modo di intervenire al primo piano dell’immobile. Per il piano rialzato, invece, un pool di tecnici sta analizzando un recupero il più ottimale possibile dei locali, in base alle esigenze dettate dagli Amministratori dell’Unione.

Verranno sistemate anche le aree di pertinenza: il cortile dell’ex Convitto e quello dell’Unione dei Comuni verranno uniformati (al momento si trovano su due livelli diversi). Nel nuovo cortile sorgerà un’area gioco bimbi ed altre attività legate alla Porta di Valle, come la stazione di ricarica di auto e bici elettriche (che rientra nel bando “Smart mobility” della Fondazione CRC).

La struttura dovrà diventare il “fulcro di quello che immaginiamo sarà lo sviluppo turistico, sociale ed economico della Valle. – ha aggiunto la Rovere – Un progetto unificato, dove il turista non è solo un mondo a sé, ma rientra in un ragionamento più ampio: abbiamo la fortuna di avere un immobile importante, abbandonato da tempo, con potenzialità enormi.

Il discorso della Porta di Valle nasce pensando allo sviluppo dell’intera Valle. Mi sento tranquilla nel dire che l’Amministrazione dell’Unione scommette su questo progetto”.

Così come emerso nell’analoga iniziativa tenutasi a Bagnolo Piemonte, la grande partita sarà trovare un soggetto che si accolli la gestione della “Porta”.

Non starà in piedi solo grazie ai finanziamenti pubblici. – ha rimarcato la Rovere (per il gestore è previsto un supporto economico per i primi anni: ndr) – Pensiamo ad un bar per la prima accoglienza, e comunque il gestore dovrà inventarsi servizi innovativi. Dovrà fare attività imprenditoriale”.

L’esempio a cui fare riferimento continua ad essere quello della “Porta di Valle – Segnavia” di Brossasco. Ma “non basta copiare. – ha aggiunto Caterina Morello, animatore del progetto “Terres Monviso” – Dobbiamo calarci sempre nel contesto, saper declinarlo in base alle peculiarità”.

Le “Porte di Valle” non sono infatti viste come un ufficio turistico fine a sé stesso. Potranno essere declinate in molteplici sfaccettature, che vanno da piccoli punti di somministrazione di cibo e bevande, ad angoli espositivi dove promuovere e vendere prodotti tipici locali. Potranno essere punti di ritrovo per escursioni, “fermate” per mezzi di trasporto a noleggio, o anche punti di sottoscrizione e rinnovo dei permessi di raccolta funghi o pesca.

Così possiamo andare a rispondere ad una richiesta di turismo famigliare – le parole della Rovere – dove ci siano servizi, anche essenziali, che permettano ad ognuno di stare a proprio agio, anche senza lussi, come nel passato.

Dai dati emerge una voglia di muoversi e di vivere luoghi nel modo più classico, ma anche con esperienze di tipo culturale. C’è voglia di ricerca di esperienze un po’ diverse da quelle solite. La ‘Porta di Valle’ spingerà ancora di più nel verso giusto. Non sarà un salto nel vuoto: la gente cerca la Montagna vera, che differenzi l’offerta. Luoghi in cui star bene, anche nella semplicità”.

All’inizio del mandato alla Presidenza dell’Unione – ha ancora detto Emidio Meironedissi che portare a compimento questo progetto era la parte più difficile. Siamo partiti, prima con la pista ciclabile, poi con le ‘Porte di Valle’: fatti, non solo parole.

Questo è il punto di partenza: abbiamo cinque anni davanti, come Amministratori e come territorio. Questo perché gli anni prima non sono stati buttati, ma spesi per questi cinque anni che ci ritroviamo ora noi. È l’ora di cambiare marcia: in un periodo molto difficile non ci tiriamo indietro, anzi.

Ma c’è bisogno della partecipazione di tutti, ci deve essere un fattivo collegamento tra politica e operatori. Una sinergia pubblico-privato venuta un po’ a mancare da noi. Cercheremo di confrontarci e prendere idee e spunti”.

Nicolò Bertola

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