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Attualità | 25 novembre 2015, 08:01

La Granda sotto i riflettori di Geo con un documentarista d'eccezione: Sergio Capaldo

La trasmissione di rai 3 condotta da Sveva Sagramola e Emanuele Biggi ha attraversato Genola, Vinadio, Saluzzo e Fossano

La Granda sotto i riflettori di Geo con un documentarista d'eccezione: Sergio Capaldo

La puntata di lunedì 23 novembre di geo, trasmissione di rai 3 condotta da Sveva Sagramola e Emanuele Biggi ha avuto la provincia di Cuneo come protagonista.

A fare gli onori di casa in un documentario dedicato prevalentemente alle eccellenze della granda il Veterinario (la maiuscola è d’obbligo) della razza bovina piemontese Sergio Capaldo.

L’ideatore del consorzio per la tutela della vacca da carne più blasonata d’Italia e cofondatore di slow food ha portato la troupe di geo in giro per alcuni allevamenti descrivendone le caratteristiche fondamentali.

Partendo da Mauro Olivero di Genola, Capaldo ha raccontato agli spettatori di rai 3 la biodiversità del territorio piemontese indispensabile per produrre foraggi misti che sono in grado di offrire un’alimentazione bilanciata che ha reso possibile bandire antibiotici, ormoni e sulfamidici dalla dieta dei bovini. Dall’allevamento pedemontano di Olivero, Capaldo ha poi presentato la realtà degli alpeggi portando la troupe a Vinadio da Giorgio Armando i cui bovini arrivano a trascorrere circa 100 giorni all’anno nei prati in montagna.

Tornando in pianura, la regia di Gioacchino Castiglione ha portato i telespettatori a Saluzzo dall’ebanista Michele Capellotti e poi a Fossano dove le telecamere hanno transitato da via Mazzini per poi arrivare al castello degli Acaia sede, tra le altre cose, di un ricchissimo archivio storico che riporta dati e immagini dell’allevamento dei bovini nella storia del territorio.

Dopo una lusinghiera descrizione del territorio fossanese che ha portato le telecamere nel centro cittadino fino alla Santissima Trinità, l’attenzione è stata portata sulla tradizione popolare che in questi anni è stata oggetto, fortunatamente, di rivalutazione: la musica tradizionale degli amis ‘d la Madlana protagonisti di cantè i oeuv e di tante feste agresti hanno infatti avuto l’onore di chiudere un documentario che è durato quasi un’ora e dal quale il territorio della granda esce con orgoglio.

Agata Pagani

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