Continua il presidio politico davanti ai cancelli dell’azienda CDM di Villanovetta da parte degli operai che stanno vivendo, da due anni a questa parte, una situazione che sta diventando insostenibile.
“Ci stanno cannibalizzando l’azienda – spiega un operaio davanti al cancello –, sta sparendo tutto e nessuno ci dice dove vengono portati i macchinari”.
Dall’interno dell’edificio stanno smontando anche le cabine elettriche, una perdita gravissima per il lavoro degli operai che vedranno, ulteriormente, diminuita la loro possibilità di lavorare.
“Qui bisogna tutelare il lavoratore – spiega l’ultimo RSU dell’azienda Valerio Chiapello –. E’ vero che c’è chi va in pensione o, per lo meno, è vicino al pensionamento, ma per i giovani come facciamo?”.
Un grido di appello, insomma, da parte dei lavoratori che si sentono abbandonati al proprio destino senza nessuno che prenda le loro parti e li difenda.
“Siamo circa 40 famiglie che non sanno più dove sbattere la testa – interviene un altro operaio –. Qualcuno che lavora c’è ma poca roba, stiamo aspettando il TFR e le tredicesime del 2009. Intanto le bollette a casa continuano ad arrivare e quelle siamo obbligati a pagarle puntualmente”.
Sembrava, pochi giorni fa, che la situazione andasse verso un miglioramento con lo sblocco, da parte della Regione Piemonte, dei fondi destinati agli operai, ma i soldi non sono mai arrivati a destinazione e gli operai si lamentano: “Vogliamo sapere questi fondi che fine abbiano fatto, li stiamo aspettando da mesi!”
E’, comunque, fissata per il 19 aprile l’udienza che farà (si spera) chiarezza sul futuro dell’azienda; si capirà infatti, sotto quale impresa sia la CDM e a chi si dovrà far riferimento, se alla “Group” o alla “Paper Group”.
“La cassa integrazione è coperta fino ad agosto, ma è da tre mesi che non prendiamo un euro – continua Valerio Chiapello –. Ma se la Group fallirà rischiamo, seriamente, di rimanere senza ammortizzatori sociali e sarebbe la rovina per noi”.
Scade la prossima settimana, infatti, il termine ultimo per il concordato: “Se il concordato verrà accettato dovremmo stabilire il ruolo del personale nell’accordo. Se verrà rifiutato e la Group fallirà resteremo completamente al buio”.
Una situazione, dunque, critica per i lavoratori, i quali lanciano un disperato appello: “Speriamo che qualcuno ci aiuti, anche tra le istituzioni del territorio – conclude Valerio Chiapello –. Non possiamo più aspettare perché la situazione è già diventata gravissima e sembra senza ritorno. Chiediamo almeno un sussidio mensile perché di aria non si vive”.














