L’associazione di cultura politica Progetto Democratico organizza e promuove venerdì 20 marzo, ore 21:00, presso il Salone d’onore del Palazzo Municipale della città di Cuneo, l’evento di pubblico dibattito “Europa e Califfato”.
Alla serata parteciperanno Domenico Quirico, inviato di guerra de La Stampa e autore di numerose pubblicazioni, tra cui ultima “Il grande Califfato”, l’on. Vincenzo Amendola, componente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera nonché responsabile nazionale del PD agli Esteri.
Il sen. Mauro Maria Marino, presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato e responsabile dell’associazione Progetto Democratico, introdurrà e presiederà l’incontro, che sarà moderato da Barbara Morra giornalista de La Stampa.
Il Comune di Cuneo, il cui Sindaco Federico Borgna porterà i saluti dell’amministrazione, ha patrocinato l’evento. In un dialogo aperto con i nostri relatori vogliamo ragionare dello scenario sia internazionale sia interno che da un lato coinvolge l’Europa nel suo rapporto con il terrorismo islamico e il quadro geopolitico a Sud di se stessa, dall’altro riguarda il rapporto e le politiche di integrazione con gli oltre 20 milioni di musulmani residenti nei paesi dell’Unione Europea.
In tutto ciò, crediamo sia necessario approfondire le opzioni diplomatiche, militari e strategiche che dovrebbero caratterizzare l’azione sia delle istituzioni europee sia dell’Italia, che è forse è uno dei Paesi più esposti sia per posizione geografica al centro del Mediterraneo sia per storia e relazioni economiche con molti paesi africani e in particolare con la Libia, nuovo scenario di scontri e conquista da parte delle milizie che si rifanno al Califfato.
Inoltre, sul fronte interno il problema del rapporto con le comunità islamiche presenti sul nostro territorio, di fronte ai sanguinosi e drammatici fatti di Parigi e Copenaghen perpetrati da persone di cittadinanza europea, ci interroga sull’efficacia delle politiche di integrazione seguite fin qui e ci riporta anche alla realtà locale delle nostre comunità dove il rapporto con gli immigrati di prima, seconda e terza generazione si vive nella quotidianità.