Classe 1984, braidese di radici siciliane, ironico, determinato, razionalità condita quanto basta da vivacità e audacia; da anni affetto da una patologia virale, autentica passione vitale e irrinunciabile: il teatro. Ma per fortuna Luca Virone, che di professione fa l’infermiere, conosce la cura. Ricette a ritmo di musical, che i natali a Taormina gli hanno prescritto e assumere espressioni di personaggi, che sono anima di se stesso.
Non ha ancora deciso che cosa farà da grande, ma continua a mettersi alla prova ovunque possa mostrare le sue qualità di attore eclettico e qualche suo segreto, complice un soft drink, ce l’ha rivelato. La voce è una dolce frustata e il volto un elastico di smorfie e risate contagiose. «Fare la faccia della Bestia? Direi che la mia Bestia è struggente, passionale, caratteristica, una vera sorpresa». Per lui, il principe tramutato in Bestia nell'intramontabile storia d'amore del film Disney è quasi uno specchio. «Per questo piace al pubblico la mia interpretazione. La Bestia, come il Genio, compagno di Aladdin, è una parte naturale di me, che mi viene normale interpretare».
Ed è proprio così, parola di chi lo ha già visto all’opera, coinvolgente e incontenibile.
Che cosa sta facendo oggi Luca Virone?
«Prove, prove e ancora prove di Musical in Bradway, che andrà in scena a Bra il 16 maggio alle ore 21 all’Auditorium Polifunzionale Giovanni Arpino».
Manca poco tempo al debutto. Sul palco con te Manuel Bianco, Valentina De Paolis, lo special guest Ramon Fiume e altri 20 artisti, che si alterneranno in scena, portando, in versione concertistica, un repertorio appositamente scelto per divertire bambini, giovani e meno giovani. Continua tu.
«Sì, Questo è uno spettacolo molto attuale, i performer saranno accompagnati dal protagonista della serata, Manuel Bianco, artista attualmente cover di Tebaldo e Mercuzio nel cast di Romeo e Giulietta - Ama e Cambia il Mondo, protagonista di Canterville il Musical, Ladies la Commedia con Riccardo Fogli e poliedrico interprete di tantissimi personaggi di questo regno musicale. Durante la serata, Manuel spazierà da Phantom of the Opera, Moulin Rouge, Jesus Christ Superstar, Jekyll & Hyde, fino a West Side Story, senza escludere le amate opere popolari italiane, da Notre Dame De Paris, Tosca, Dracula a Romeo & Giulietta - Ama e Cambia il Mondo, in tour da due anni. La co-regia e la cura dell'allestimento sono seguiti da Matteo Borghi e Valentina Garavini, i quali, oltre ad essere due ottimi perfomer, hanno competenze che da sempre mettono al servizio degli spettacoli della compagnia Aspettando Broadway, dettando lo stile, le coreografie e scegliendo, insieme alla produzione, il repertorio e i momenti di prosa. Ospite della serata sarà Ramon Fiume, noto cabarettista dal grande cuore, salito alla ribalta nel 2011, approdato poi in tutte le televisioni italiane, vincendo i più prestigiosi premi legati al cabaret, grazie ad una comicità espressa senza volgarità. Ramon rientra sulle scene dopo un periodo di assenza, durante il quale si è totalmente dedicato alla guarigione della figlia ed ha sostenuto tantissime cause in favore dei bambini con problemi di salute, organizzando manifestazioni di beneficenza e seguendo personalmente diverse situazioni. Altra luminosa presenza e ospite d'eccezione sarà Valentina De Paolis, protagonista con Manuel Bianco di Canterville il Musical e autrice di diverse opere in lavorazione. Nella serata, Valentina è anche fantastica interprete di Christine del Phantom Of the Opera, insieme a Manuel Bianco. Proprio a Manuel invidio, in senso buono, la sua preparazione. È una persona molto metodica, che studia e si applica molto».
La tua specialità?
«Mi trovo a mio agio ad interpretare personaggi più caratteristici, come il Genio della lampada o la Bestia, protagonisti dei lungometraggi animati della Walt Disney (rispettivamente Aladdin e la Bella e la Bestia, ndr). Penso che questa mia attitudine sia dovuta prevalentemente ai miei esordi con il teatro di prosa».
Quanto c’è di tuo nei personaggi che interpreti?
«C’è tutto. Sono in stretta connessione con i personaggi che interpreto. A volte non riesco a capire dove finisce Luca e inizia, ad esempio, la Bestia, perché mi immedesimo naturalmente nel soggetto. Il pubblico lo capisce e, quando scattano gli applausi, perdo coscienza di me stesso e capisco che sto facendo la cosa giusta. Per fare questo mestiere non devi dare tutto, ma di più».
Che messaggio vuoi che lasci al pubblico la vostra esibizione?
«La voglia di tornare a vederci, perché siamo una compagnia di giovani artisticamente preparati, che amano il loro lavoro, presentano degli spettacoli impegnativi dal punto di vista interpretativo e coreografico, rivolgendosi ad un pubblico di tutte le età».
Nel 1998 hai esordito con la commedia “Ci sono dei girovaghi”, alla quale sono seguite altre esperienze di teatro. Poi c’è stata un’interruzione e un nuovo ritorno di fiamma. Ci puoi raccontare com'è andata?
«Già, ho iniziato con il teatro di prosa e in quella commedia, oltre a fare parte del coro, ho ricoperto il ruolo di un personaggio che rispondeva al nome di Chichibio. È stata una breve apparizione in cui ero affiancato da Alberto Porro ed Ester Moroni. L’esperienza del teatro mi ha accompagnato per otto anni. Recitavo già negli spettacoli curati dal Teatro delle Dieci e proposti dal Liceo Scientifico di Bra, che ho frequentato. Ricordo anche una recitazione a Saluzzo in cui andai in scena nella celeberrima Sogno di una notte di mezza estate. Il teatro era una passione che alimentavo con overdosi di lettura e mia madre mi urlava dietro per il fatto che privilegiavo le commedie del Goldoni alle uscite con gli amici. A un certo punto sono seguiti altrettanti anni di pausa dei lavori durante i quali ho seguito un percorso di studi, che mi ha guadagnato la laurea in scienze infermieristiche. La passione, tuttavia, non era mai scemata e il desiderio di ricominciare con lo spettacolo si è insinuato quando ho assistito al musical Romeo e Giulietta. Da lì è scattata la molla per una nuova esperienza, che non ha più i connotati del teatro di prosa, ma del musical in cui devi saper ballare, cantare e recitare. Così, nel settembre del 2014, sono approdato alla compagnia professionale Aspettando Broadway, profondendo tanto impegno, giustificato dai risultati. Ho curato la parte del canto, seguendo le istruzioni dell’insegnate Daniela Caggiano, che mi hanno richiesto molta applicazione».
Chi è Luca, fuori dal palcoscenico?
«Un infermiere dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Oggi avere un impiego rappresenta una fortuna e, in questo senso, mi sento un privilegiato. Perciò, quando arriverà il momento di decidere se diventare attore professionista, valuterò molto attentamente l’opportunità».
A chi devi dire grazie?
«Dico grazie a chi mi ha dato i natali artistici ovvero Fulvia Roggero, Maria Paola Bardelli, Vincenzo Santagata, Donatella Poggio».
Attori si nasce o si diventa?
«Attori si nasce e fondamentalmente lo si rimane per sempre. Tutta la vita è un grande palcoscenico, se sai come muoverti è meglio, altrimenti devi imparare».
Che aggettivi useresti per definirti?
«Buono, determinato e sicuramente curioso. Ho salutato la timidezza al mio esordio sul palco nel 1998».
A che cosa dici di no?
«Non mi piace la prepotenza, arrivare al traguardo passando per vie traverse o avere degli attriti con i colleghi. Preferisco parlare direttamente con le persone e risolvere i disaccordi».
So che la poesia ti piace molto
.«È una mia grande passione, anche se ultimamente l’ho un po’ emarginata in favore del musical».
Meglio il teatro della Tv?
«Con il teatro si fanno cose di grande qualità, e si trasmettono valori e sentimenti importanti, utili per i tempi che corrono. Soprattutto, il teatro offre al pubblico un rapporto diretto con gli attori in scena. C’è più magia».
Che cosa pensi di programmi televisivi come ad esempio Amici o X Factor?
«Sono programmi affidati a conduttori molto competenti e tra i concorrenti ci sono anche persone pronte, che hanno saputo cogliere l’occasione. Certo, è un modo più rapido per farsi conoscere, ma il difficile viene sempre dopo, quando sei chiamato a confermarti. In ogni caso, per diventare un buon attore è necessario studiare e non cambiare pelle».
Come deve essere la tua ragazza ideale?
«Realista e determinata come me».
L’hai trovata?
«Sì, il suo nome è Daniela».
Un desiderio?
«Una bella iniezione di musical a Bra. Mi piacerebbe molto che la mentalità della gente non si fossilizzasse solo ed esclusivamente sul teatro di prosa, ma si aprisse anche alle novità e ad altre esperienze di tipo teatrale».
Ottimista o pessimista sul futuro?
«Mi ritengo molto ottimista. Sono sicuro che la situazione generale migliorerà. Siamo obbligati a pensarlo e a crederci».
Sei arrivato?
«Ancora no. Sono una persona con i piedi ben saldi a terra e ho scelto di unire alla professione ordinaria il percorso artistico, perché mi piacerebbe continuare a divertirmi come ora, anche se c’è da correre molto».
Dove vuoi andare?
«Chi lo sa, per ora continuo a correre…».
Allora, buona corsa!
«Grazie, grazie. Ora sì però mi tocca correre se non voglio prendere la multa! (Conclude ridendo, pensando all’auto in sosta senza disco orario, ndr)».















