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Eventi | 23 maggio 2015, 10:31

Savigliano: in mostra i caduti locali della Grande Guerra

"Negli anni più belli i giorni più tristi": le opere del Museo Civico saranno visionabili dal 25 maggio al 7 giugno

Savigliano: in mostra i caduti locali della Grande Guerra

Domenica 24 maggio alle ore 16 si inaugura nel Museo Civico “A. Olmo” di Savigliano la mostra dedicata alla I° Guerra Mondiale ed ai riflessi che il conflitto ha avuto su Savigliano. Riflessi di colore cupo, per i molti sacrifici chiesti alla popolazione civile e per le perdite in vite umane (furono oltre 300 i morti), per i mutilati, per gli orfani, le vedove di guerra etc.

Un periodo terminato in un’altra tragedia collettiva, l’epidemia detta” spagnola” che tra il 1918 e il 1920 fece vittime in quasi tutte le famiglie. Ma l’esperienza peggiore fu quella vissuta dai soldati al fronte. La mostra già nel titolo evoca le loro tristi condizioni: “Negli anni più belli i giorni più tristi” è l’efficace sintesi che un giovane soldato ignoto - forse siciliano- ha inciso in una lastra di cemento in una trincea del Carso, e che ora è conservata come un cimelio in un museo della zona. Di questa guerra di trincea - fermi nel fango per settimane con i topi come compagni- in attesa dell’ordine di attacco dal quale non si poteva tornare che morti o feriti, di questa guerra i reduci hanno poi parlato e raccontato, i morti no, perché le loro lettere erano censurate. In qualche caso si sono salvati gli appunti giornalieri sui quadernetti, dove la tragedia è descritta senza epurazioni.

La mostra nel Museo Civico cerca di dare volto e voce ai caduti saviglianesi, almeno per quelli documentati grazie al materiale già in possesso del Museo o fornito da privati.

L’esposizione è strutturata in più sezioni: la prima è di informazioni generali sulla guerra, poi si prosegue con i cenni al contesto saviglianese; un grande spazio è dedicato da un lato ai caduti e dall’altro ai reduci (con approfondimenti su figure significative e documentate come ad esempio il maggiore Claudio Luciano, il sottotenente Marco Aurelio Galateri, la crocerossina Alfonsina Stevano). Alcune vetrine sono riservate a curiosità proposte da privati prestatori.

Chiude la mostra una sala “evocativa” della vita al fronte, dove vengono presentati cimeli appartenuti ai nostri soldati, ossia parti del loro equipaggiamento, oppure “trofei di guerra“ tolti al nemico austroungarico.

Si tratta di oggetti donati al Museo tra il 1915 e il 1917, dietro richiesta del direttore di allora, colonnello Lingua, che ritenne fondamentale documentare “in diretta” nel Museo della città la “Santa Guerra”.

c.s.

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