Raccontaci chi eri...
Mi chiamo Filippo Emanuel e sono nato a Cuneo cinquanta anni fa. Ho passato i miei primi 15 anni come tanti coetanei facendo le elementari al Sacro Cuore, le medie alla “numero 2” ed i primi due anni di scuola superiore frequentando il Liceo Scientifico. Una vita normale, insomma, se non fosse per quella grande passione che poi mi ha portato ad allontanarmi dalla mia città natia. Fin da piccolo, amante del mare e delle navi, il mio sogno nel cassetto era di diventare comandante di un mercantile, e non appena ho potuto, ho iniziato a cercare di inseguire la mia ambizione, assecondandola!
A soli quindici anni sono andato a Venezia, dove ho portato a termine il Liceo, frequentando il Collegio Navale Francesco Morosini. Di qui ho proseguito all’Accademia Navale di Livorno dove nel 1988 mi sono diplomato.
Finita l’Accademia sono riuscito a superare la selezione per diventare pilota di elicotteri e sono partito per le scuole di volo della marina statunitense, ma non accantonai il mio sogno di viaggiare in mare. Fortuna volle che la legge navale, che fino ad allora non prevedeva che la marina militare si potesse dotare di aerei e portaerei, stesse invece modificandosi proprio in quel periodo ed io fui tra i primi cinque piloti di aerei a decollo verticale, gli harrier, scelti in Italia. Questo fece sì che la mia permanenza negli USA dai 18 mesi previsti si prolungò a quasi 4 anni.
Poi tornasti in Italia?
Sì, tornai in Italia nel 1992 e presi servizio a Grottaglie in provincia di Taranto e sulla porta-aeromobili Garibaldi. Nel frattempo mi sposai con Nicoletta, anche lei cuneese come me e iniziammo assieme brevi ma esaltanti esperienze in giro per l’Italia.
L’iter formativo di un Ufficiale di marina obbliga a spostarsi ed a navigare ma tutto questo mi ha portato nel 1996 ad ottenere la mia grande e sognata soddisfazione: comandare la mia nave. Era una bellissima porta-acqua, un vero “mercantile” da 4000 tonnellate e 40 persone di equipaggio. Il mio impegnativo, ma straordinario anno di comando però coincideva con il passaggio della mia carriera da "operativa" a più "burocratica", seguendo il tipico percorso della maggior parte degli Ufficiali che si dedica a questo tipo di lavoro; ma io, ancora pieno di energie, ho accolto la proposta di un caro amico che si era trasferito negli USA pochi anni prima: mi chiese se volevo raggiungerlo per sviluppare con lui una determinata opportunità di lavoro. La scelta non fu facile, ma la tentazione di andare a vivere per sempre negli USA, paese in cui mi ero trovato incredibilmente bene in passato, fu tale per cui all’inizio del 1998 mia moglie ed io lasciammo tutto e ci trasferimmo a Charlotte NC.
Fu un vero e proprio salto nel vuoto, non sapevamo se il “paracadute” si sarebbe aperto o meno; ma, che si trattasse di ambizione o di incoscienza, la nostra scelta, per quanto difficile, fu premiata ed i risultati ottenuti furono maggiori di quelli sperati.
Di che attività si tratta?
Dopo un paio di anni di “rodaggio” nel 2000 aprii quella che potremmo definire la succursale di una ditta chimica di Verona, la Tenax SpA, specializzata in prodotti di consumo per il marmo ed il granito. Tutt'ora mi occupo di questa ditta, ottenendo grandi soddisfazioni professionali e personali; seppur io non viva più in Italia o a Cuneo, ho una nuova casa: Charlotte! Charlotte, infatti, per me è diventata la città in cui vivo da più tempo, la città in cui sono nati i miei due figli e di conseguenza la città che considero “la mia Casa”, almeno per il momento! Charlotte è una città relativamente giovane, tutte le costruzioni sono recenti, le strade pulite, numerose sono le aree verdi; chiaramente come tutte le città americane è molto estesa, il che ti obbliga ad utilizzare sempre la macchina e, a parte all’interno delle diverse urbanizzazioni, è difficile vedere gente passeggiare per strada.
Non ti manca l'Italia?
All’estero mi trovo benissimo, gli Stati Uniti sono un magnifico posto in cui vivere e lavorare. La gente è cortese, educate, gentile. Nei negozi ti trattano con rispetto e cortesia, la gente ti saluta per strada alla mattina e raramente assisti a esempi di maleducazione o scarso seno civico. L’ambiente di lavoro, pur essendo altamente competitivo e mirato al successo, è estremamente rispettoso, corretto e tutto sommato rilassato. Tornando in Italia per lavoro due o tre volte all’anno, vedo con estremo dispiacere che invece in Italia le cose non migliorano affatto: il traffico, la congestione per le strade, la crescente maleducazione ed esasperazione della gente la si nota sempre di più.
Magari vivendoci è più difficile rendersi davvero conto del costante deterioramento della qualità di vita che subisce il nostro Bel Paese, ma tornandoci solo saltuariamente io ne rimango sempre amaramente colpito. Questo è forse il motivo per cui sento la mancanza soltanto di alcuni particolari della nostra bella Italia: mi mancano le Alpi, la neve e l’arte che si respira per le strade, mi mancano alcuni deliziosi cibi come i risotti, la carne cruda e le meringhe, ma più di tutto, mi manca la famiglia. Il mio ed il nostro futuro lo vedo sicuramente all’estero, non per forza a Charlotte ma quasi sicuramente negli Stati Uniti. Diciamo che mi lascio stupire dalla vita e dalle opportunità di lavoro che arriveranno, per le quali potremmo sicuramente prendere in considerazione l’idea di fare un'altra esperienza in un altro paese straniero.















