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Saluzzese | 20 aprile 2016, 12:00

La “Nuova Compagnia Teatro don Bosco” approda a Manta con “Chi d’la Granda”

Nel Salone “Arcobaleno”, sabato 23 aprile, alle ore 21

La Compagnia del Teatro don Bosco di Saluzzo

La Compagnia del Teatro don Bosco di Saluzzo

Dopo il grande  e meritato successo al Teatro Don Bosco di Saluzzo, lo spettacolo “Chi d’la Granda”, di Ezio Tesi e portato in scena dalla “Nuova Compagnia Teatro Don Bosco”, approda, a grande richiesta, nel Salone “Arcobaleno” di Manta il sabato 23 aprile, alle ore 21.

“Chi d’la Granda” è un insieme di scenette flash e di atti unici che si susseguono per giustificare, prendendo amabilmente un po’ in giro, i nomignoli  che quelli delle altre provincie hanno appioppato negli anni agli abitanti della provincia di Cuneo, ovvero la Granda (e che noi cuneesi abbiamo scherzosamente e sportivamente accettato e, qualche volta, anche usato).

I torinesi, dalla vita frenetica, ci considerano dei tranquilli esasperanti e noi ci ridiamo su. Siamo considerati dei “bugianen” anche se non è assolutamente vero. Siamo legati con un cordone ombelicale al Monviso e lo utilizziamo anche come indicatore meteorologico. Negli anni 50-60, in seguito al boom economico, anche  noi cuneesi abbiamo incominciato a raffinarci e a frequentare  spettacoli teatrali e concerti. Rispondiamo alle domande con una tranquillità esasperante, senza farci alcun problema. Generalmente siamo sempre stati considerati dei sempliciotti, poco tecnologici (ma una scenetta dimostrerà il contrario, raccontando l’esperienza del primo “astronauta d’ Coni”  che è andato sulla Luna). Infine nel cuneese sono sopravvissute, fino a pochi anni fa, le famiglie patriarcali, ed era compito dei nonni intrattenere i bambini raccontando loro favole e storielle. Già i nonni: un po’ svaniti,  accorpavano favole diverse ed i nipotini, crescendo, non le dimenticano, ma tendono a rimescolarle e a fare ulteriore confusione. Tutto questo è quanto si troverà nello spettacolo, con situazioni talvolta tenere e talvolta esilaranti, ma con la dimostrazione evidente che si può far ridere, o anche soltanto sorridere, senza parolacce e volgarità. Ed è già un bel traguardo!

Lo spettacolo non è completamente inedito, in quanto i quattro episodi principali erano già stati rappresentati dalla compagnia gli “‘J Una tantum” negli anni tra il 1995 e il 2000: sono stati ripresi ed adattati al nuovo spettacolo.

A Manta c’è posto per tutti: i mantesi e quelli che si son persi lo spettacolo a Saluzzo.

R.G.

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