Luciano Violante, parlamentare italiano già presidente della Camera dei Deputati, è arrivato a Saluzzo nel tardo pomeriggio di ieri (sabato), per parlare della tanto discussa riforma costituzionale, oggetto del referendum del prossimo ottobre.
Dopo gli “onori di casa” del coordinatore del circolo “Angelo Vassallo” del PD Gianluca Arnolfo e del consigliere regionale Paolo Allemano, la parola è passata a Violante, che ha illustrato in punti chiave la riforma sulla quale gli italiani sono chiamati ad esprimersi in autunno.
Dopo alcune premesse, di base storica, che hanno spaziato dall’incontro fra Aldo Moro e Kissinger all’opera svolta dall’Assemblea costituente, l’excursus dell’onorevole si è poi soffermato sulla riforma.
Una riforma che “guarda al futuro dell’Italia”, in cantiere da oltre 30 anni, che se non passerà lascerà immutato l’assetto del Paese e sulla quale “il Governo non doveva intervenire”, dirà Violante.
Due i piani di valutazione della manovra: uno che mira alle finalità (“e se sono condivisibili”), l’altro che mira ai mezzi di attuazione (“se sono adeguati”).
Sottolinea a gran forza, pur rispettando le visioni differenti, che la riforma alla Carta è improrogabile, “il fondo monetario internazionale dice che l’Italia è indietro di 20 anni sulle riforme”, prima di soffermarsi sui punti cardini.
L’instabilità, “grande malattia del nostro Paese – la definirà – che verrà superata con le finalità della riforma. Non vi è più né una stabilità politica, né una di governo”, l’incertezza legislativa, il rapporto Stato-Regioni “che non funziona. Con la riforma le Regioni saranno private di qualche potere, ma ne acquisteranno in termini di Senato” ed il bicameralismo perfetto “che va in favore dell’instabilità, perché non può bastare una camera a sfiduciare il Governo, quando ci vogliono entrambe per ottenere la fiducia”.
In mezzo a tutto ciò (che per ragioni di spazio abbiamo sintetizzato), diversi riferimenti agli ordinamenti tedeschi, francesi e spagnoli, a come cambieranno i decreti legge, per poi giungere alle considerazioni finali.
“Ogni decisione importante non trova mai tutti gli schieramenti d’accordo – ha detto l’onorevole Violante – Questa riforma apre una finestra sul futuro, che dobbiamo costruire. Cambieranno i rapporti di potere, certo è che chi si trova bene a navigare nell’incertezza sta meglio oggi. Quello che dobbiamo avere d’ora in poi, è un grande rispetto per chi non la pensa come noi: spero in un movimento civilizzato del Paese, perché fare politica vuol dire cercare di capire le idee degli altri. Il referendum di ottobre è più che un’elezione politica: se non passa questa riforma, sarà difficile rimetterci mano in tempi brevi”.














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