C’era anche Fabrizio Gavosto, direttore artistico del Festival Internazionale Mirabilia, tra i relatori che ieri (mercoledì) hanno parlato davanti al Parlamento europeo a Bruxelles per raccontare le esperienze messe in campo per abbattere le differenze e migliorare l’inclusione attraverso l’arte di strada.
Lo scopo del seminario era di valutare l’arte di strada come disciplina autonoma e condividere le buone pratiche da sviluppare in tutte le arti outdoor per consentire uno sviluppo sostenibile e una crescita degli spazi urbani che puntino all’inclusione e alla partecipazione.
La giornata si è sviluppata attraverso due diversi gruppi di lavoro: uno che ha esaminato il contributo multidimensionale delle arti di strada alla società toccandone il duplice aspetto di cultura e creatività e discutendo dell’impatto di questo fenomeno sulla cittadinanza e la diversita.
Il secondo gruppo ha valutato il ruolo degli artisti e si è soffermata sul valutare come l’Unione europea possa supportarne il lavoro.
Oltre a Fabrizio Gavosto, sono stati invitati a questo seminario Angus MacKechnie, direttore dello Independent Street Arts Network, Billy Read, uno street dancer e istruttore di danza non udente, la Federazione nazionale delle Arti di Strada francese, HorsLesMurs e Circostrada; Ana Monro Theater della Slovenia, Bev Adams, artista, produttore e direttore artisstica, Bicycle Ballet, Write Night di Bruxelles e la Superior School of Circus Arts.
“E’ stato molto emozionante raccontare ai parlamentari e alla Commissione europea l’esperienza di Mirabilia e confrontarsi sul teatro di strada – ha detto Fabrizio Gavosto -. Street Arts for Inclusive Societies è stato un seminario dedicato agli europarlamentari e pensato e organizzato grazie all’interessamento di Socialists and Democrats Group in the European Parliament e al ruolo dell’europarlamentare Silvia Costa.
Ho sempre creduto nel ruolo delle arti di strada e del circo per l’inclusione. Nell’edizione 2017 c’è stato un intero workshop di Circostrada dedicato proprio a questo argomento e negli anni abbiamo ospitato artisti diversamente abili e abbiamo messo in relazione gli artisti con tantissimi tipi di pubblici.
Abbiamo lavorato sulla differenza di genere, la disabilità, le migrazioni. È un bel segnale per queste discipline l’attenzione che ha posto il Parlamento Europeo”.