Tanti i visitatori che, sin dal primo pomeriggio di ieri, domenica 30 settembre, complice anche la bella giornata, hanno affollato il centro storico albese richiamati dalla vasta offerta di etichette (ben 700) in degustazione ai banchi della “Festa del Vino” promossa dall’associazione Go Wine.
L’evento è quello che ormai da vent’anni fa da anteprima al ricco calendario della “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba”, prossima ad aprire la sua 88ª edizione con l’inedito gemellaggio tra le nove “creative cities Unesco” d’Italia, in programma questo venerdì al Teatro Sociale.
Ad anticipare la Festa, in mattinata, il meeting nazionale dei soci Go Wine, che, tra dibattito e premiazioni, per il secondo anno consecutivo ha fatto da prologo a una giornata caratterizzata anche dalla buona qualità complessiva del pubblico e dalle numerose presenze straniere notate tra i banchi che occupavano via Cavour, piazza Duomo e via Maestra.
Tra le curiosità di giornata, da segnalare la presenza tra i banchi d’assaggio delle produzioni protagoniste di “Adotta un vitigno”, progetto che l’associazione enoturistica guidata da Massimo Corrado ha lanciato a inizio 2018.
Al fianco di Barolo, Barbaresco e Roero, gli appassionati arrivati nelle “vie del vino” albesi hanno potuto così degustare rarità della produzione enologica nazionale quali il laziale Cacchione, il ligure Pigato, i piemontesi Timorasso e Ruchè, il toscano Pugnitello e il friulano Pignolo.
Altra nota dall'edizione dei vent'anni, la presenza in piazza dei vini di Capo Verde, voluta da Go Wine per sostenere il progetto che il frate cappuccino Padre Ottavio Fasano, missionario da 53 anni nell’arcipelago africano, porta avanti da tempo nell’isola di Fogo. Un progetto che ha da poco ricevuto il riconoscimento del Cervim al concorso internazionale di viticoltura eroica.
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