Se tra un’esternazione di Matteo Salvini – seguita invero da una pronta retromarcia – e un post dell’altro Matteo della politica nazionale, l’ex premier Renzi, l’albese Nutella si conferma come il prodotto alimentare che meglio sembra saper catturare i favori degli italiani (sicuramente di quelli che frequentano i social), non deve probabilmente stupire l’attenzione che il mondo dei media ha riservato al lancio dell’ultima creazione di casa Ferrero, gli ormai straconosciuti "Nutella Biscuits", che dopo i successi d’Oltreconfine sono stati capaci di guadagnarsi paginate di articoli di giornale a testimoniare ora l’importante investimento effettuato dalla multinazionale dolciaria fondata da Michele Ferrero (120 milioni di euro tra dieci anni di ricerca sul prodotto e l’ipertecnologica linea produttiva installata in quel di Balvano, in provincia di Potenza), ora il loro divenire un caso di studio per esperti di mercato, andati a ruba nei supermercati e divenuti persino oggetto di bagarinaggio sul web, con sacchetti venduti a diversi multipi dei circa 3 euro che rappresenta il loro prezzo consigliato.
Stupisce forse un poco di più che tale fenomeno si sia ora guadagnato analoghe premure anche oltreoceano, come dimostra il lungo reportage che l’inviato del "New York Times" Jason Horowitz ha dedicato a quella che la stessa firma del popolare quotidiano Usa ha ribattezzato come "una guerra civile alla crema di nocciola".
Il riferimento è proprio ai golosi biscotti prodotti in Basilicata, contrapposti nel caso ai concorrenti in arrivo a giorni sugli scaffali degli stessi supermercati italiani per iniziativa del concorrente Barilla.
Giusto un anno fa l’azienda di Parma aveva lanciato il suo guanto di sfida alla Nutella iniziando a produrre la sua crema a marchio Pan di Stelle a un passo da Alba – alla Nutkao di Govone. Ora si appresta a scendere in campo con i suoi "Biscocrema", frollini in distribuzione dall’inizio del nuovo anno e che – si è affrettata a precisare Barilla – verranno realizzati "senza olio di palma" e "col 100% di nocciole italiane".
"È una competizione tra gli ultimi giganti del cibo rimasti italiani", ha spiegato a Horowitz l’esperto di marketing Michele Boroni. Una "guerra civile" che – annota il giornalista – ha le sue radici nel boom del Dopoguerra e le sue armi in "filosofie in competizione su salute, deforestazione, libertà e ripieno di crema".
Chi, tra Alba e Parma, avrà la meglio in questa inedita contesa del biscotto lo vedremo probabilmente a partire da gennaio. Le scommesse sono aperte. Ma intanto c’è di che parlare e scrivere, in Italia e non solo.
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