Uno dei pochi dati certi riguardo il CoVid-19 è che non si conosce quanto occorrerebbe per poterlo sconfiggere a breve. Dunque, siamo alle porte di una fase delicata: il passaggio alla convivenza con questo nemico insidioso.
Finalmente anche in Piemonte si sta affermando la strategia dei tamponi a grandi numeri. Diciamocelo, con qualche ritardo, causa carenza di mezzi ma anche colpevoli tentennamenti per aver seguito teorie scientificamente strampalate (tamponi solo ai sintomatici, solo ai deceduti, e via dicendo). Siamo ancora molto lontani da una situazione di controllo a tappeto, e forse non si arriverà mai. Ma è già emerso un dato meritevole di attenzione. Si tratta dell'indice di positività tra gli asintomatici. Oscilla, in Piemonte, tra il 24 e il 25%. Questo - tradotto in pratica - vuol dire che ogni 4 persone che incontriamo 1 è positiva al Covid. Stando alle statistiche. Quell'una non è detto che sia infetta e contagiosa, ma è possibile che lo sia. Questa consapevolezza dovrebbe essere patrimonio di tutti, come grosso aiuto a mantenere alta la guardia, distanziamento sociale in primis, mascherine e tutto il resto.
Sempre nella prospettiva della cosiddetta "Fase 2", si inserisce il capitolo della app "Immuni", di cui oggi si fa un gran parlare. Si sprecano valutazioni e pareri di esperti di vari campi, serpeggiano timori e perplessità. Lo stesso premier Conte non perde occasione di rassicurare e garantire in prima persona. Emerge che la parola magica - col potere di calmare animi e aprire ogni porta - sia l'attribuzione di "volontaria". Insomma questo progetto ipertecnologico, a finalità nobilmente preventive, avrebbe un tallone di Achille: la base volontaria. Se nessuno la accettasse, tutto si smonterebbe come un castello di carte esposto alla bora di Trieste!
Per principio non amo le imposizioni tout-court, ma occorre ragionare in termini adeguati alla posta in gioco. Il sacro rispetto della riservatezza personale (peraltro calpestato in ogni dove) non credo debba prevalere quando in ballo c'è la vita. A queste soluzioni avanzate si approderebbe ispirandosi a Cina e Sud Corea, ove pare abbiano dato risultati considerevoli. Allora perché non risparmiare parole, polemiche, promesse e garanzie, per applicare al meglio, più aderentemente possibile, e senza altre finalità, quei modelli laggiù già sperimentati? Caspisco, a quelle latitudini i regimi sono totalitari o pseudo tali, con tutte le facilitazioni che, in questi casi, comportano. Ma anche da noi - imbibiti di democrazia - confinamenti e tutto il corteo di limitazioni varie, non sono mica stati decisi a maggioranza...
Forse un salutare bagno di coerenza aiuterebbe ad allontanare il virus e ad avvicinare la fiducia nelle Istituzioni.
Dr Claudio FM Giordanengo