L'amministrazione comunale di Roburent ha deciso di intervenire a mezzo social per rivelare "la verità ufficiale" circa l'impianto d'innevamento del Monte Alpet, progetto di cui si parla da anni ma che, ancora, non dispone dell'approvazione della Regione.
I vertici amministrativi del paese, guidati dal sindaco Giulia Negri, hanno pubblicato la seguente nota sulla pagina Facebook istituzionale del Comune: "Il progetto dell’amministrazione Nugnes, dal titolo 'Innevamento Monte Alpet' e all'epoca sostenuto da quella che oggi è la maggioranza (che lo faceva pur non conoscendone i contenuti progettuali, ma vedendone la necessità per lo sviluppo turistico), si è dimostrato inadatto e non finanziabile dalla Regione Piemonte, in quanto prevedeva la realizzazione di un laghetto di approvvigionamento idrico sul monte Alpet e l'innevamento sul Monte Colmè.
Sarà stata un'incomprensione della misura di sviluppo o magari precisa volontà politica. Sta di fatto che il progetto non rispettava i requisiti per accedere al finanziamento. Primo fra tutti, che l'impianto di innevamento fosse completo, ovverosia partire dalla captazione dell'acqua fino ad arrivare alla produzione della neve in pista. È inutile pensare di poter modificare le regole a proprio piacimento. Bisogna semplicemente rispettarle per garantirsi i soldi! I funzionari della Regione si sono accorti subito di questa incongruenza (lago su un monte e neve su un altro...)".
Un'incongruenza a cui si sta cercando di ovviare in questi mesi con una revisione del progetto varato dall'ex sindaco Nugnes: "Per garantire il finanziamento della Regione - scrive l'amministrazione comunale - siamo quindi stati costretti ad avviare l'iter per la modifica, utile a realizzare un impianto completo che produca neve, come si capisce dal titolo del progetto proposto dalla vecchia amministrazione e dalla localizzazione del bacino. Nelle modifiche abbiamo richiesto anche l'impermeabilizzazione integrale del lago del Colmè che, come da noi sempre sostenuto e poi accertato da un tecnico, non si riempie per tutta la portata, ma solo per due/ terzi. Questo per garantire la produzione di neve che, nonostante la presenza dell'impianto di innevamento comunale sul Colmè e pineta, è sempre mancata. Si sono visti sporadicamente solo mucchi di neve prodotta per un giorno, massimo due, e lasciata lì a sciogliere... Nonostante la regione abbia sempre abbondantemente finanziato la produzione di neve direttamente ai gestori, riconoscendo l'importante ricaduta sul territorio (1 euro investito sulle piste da sci porta un beneficio di 7 euro al territorio)".
In consiglio le problematiche e le ipotesi di modifica del progetto sono state ampiamente spiegate "già da settembre 2019, così come il fatto che l'amministrazione ha partecipato ad un bando per reperire ulteriori fondi. Ma la minoranza si ostina a non prendere atto della situazione. E allora, facendo puro ostruzionismo e danneggiando il territorio, non vota a favore dell'acquisto del terreno per la realizzazione del bacino del monte Alpet, solo perché non vuole ammettere gli errori di alcuni di loro. E lo fa dicendo che non gli è stata spiegata la situazione quando in realtà è al corrente di tutto...".
Il post si conclude così: "L'intenzione dell'amministrazione è quella di reperire fondi per rinnovare gli impianti di tutta la stazione San Giacomo- Cardini, potenziare l'innevamento del Giardina per aprirlo in due notti di produzione neve, magari sostituire l'impianto con i tapis roulant e sostituire gli ski-lift dei Cardini con mini seggiovie che non necessitino di innevamento per la risalita. Per fare ciò ,siamo in contatto con i rappresentanti della regione. Noi stiamo lavorando per il futuro del territorio, qualcuno solo per visibilità politica...".
Una stoccata alla quale vedremo se la minoranza intenderà rispondere.