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Attualità | 01 ottobre 2020, 14:51

Il bivacco degli stagionali, a Cuneo, finisce in Procura. Esposto di Ugo Sturlese: “Si valutino responsabilità di Prefettura, Regione e Comune”

Il DL Rilancio attribuisce “alle Amministrazioni dello Stato competenti e alle Regioni” le “soluzioni e misure urgenti idonee a garantire la salubrità e la sicurezza delle condizioni alloggiative” dei lavoratori stagionali. Prescrizioni che ora Sturlese chiede alla Procura di verificare che siano state assolte in toto

L'operazione al Movicentro del 7 settembre 2020

L'operazione al Movicentro del 7 settembre 2020

La questione legata alle condizioni alloggiative dei migranti stagionali finisce in Procura.   

Ugo Sturlese, consigliere comunale cittadino del gruppo “Cuneo per i Beni comuni”, ha infatti presentato un esposto presso gli uffici della Procura della Repubblica del capoluogo.

Ho agito per la tutela della salute della popolazione di Cuneo e dei lavoratori migranti” spiega.

Obiettivo dell’esposto? Chiedere alla Procura un’indagine volta ad appurare eventuali responsabilità attribuibili “alle Istituzioni dello Stato, alla Regione Piemonte e, per quanto di competenza, al sindaco di Cuneo, in qualità di responsabile della salute pubblica”.

L’esposto di Sturlese poggia le sue fondamenta su un articolo del “DL Rilancio”. Lo stesso, per intenderci, invocato a gran voce non troppo lontano da Cuneo, anche a Saluzzo.

Si tratta dell’articolo 103, comma 20. Recita, testualmente: “Al fine di contrastare efficacemente i fenomeni di concentrazione dei cittadini stranieri in condizioni inadeguate a garantire il rispetto delle  condizioni igienico-sanitarie necessarie al fine di prevenire la diffusione del contagio da Covid-19, le Amministrazioni dello Stato competenti e le Regioni, anche mediante l'implementazione delle misure previste dal Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020-2022, adottano  soluzioni  e misure urgenti idonee a garantire la salubrità e la sicurezza delle condizioni alloggiative, nonché ulteriori interventi di contrasto del lavoro irregolare e del fenomeno del caporalato. Per i predetti scopi il Tavolo operativo può avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, del supporto del Servizio nazionale di Protezione civile e della Croce rossa italiana”.

E oggi, alla luce della situazione venutasi a creare in Città, Sturlese chiede alla Procura di verificare se “le Amministrazioni dello Stato competenti e le Regioni” abbiano svolto appieno quanto di loro competenza.

In altri termini, Sturlese sostiene che gli Enti non abbiano applicato, dopo l’intervento delle Forze dell’ordine del 7 settembre, volto al controllo legale e sanitario delle persone accampate attorno al Movicentro, “il disposto del Decreto Rilancio, che dispone di contrastare gli assembramenti di cittadini stranieri onde evitare pericoli di diffusione del contagio da Coronavirus e di predisporre nel contempo misure urgenti idonee ad assicurare agli stessi adeguate misure alloggiative”.

Tutto questo avrebbe dovuto avere, come fine, quello di “porre rimedio alla situazione attuale di forte disagio delle persone che si sono allontanate dal Movicentro, trovando sistemazione in edifici fatiscenti e insalubri, e di evitare per il futuro simili accadimenti”.

A Cuneo – si legge nell’esposto di Sturlese - a partire da fine luglio, riguardo alla condizione alloggiativa dei migranti stagionali, occupati nella raccolta della frutta, condizione del tutto inidonea e pericolosa per la salute dei soggetti interessati e di conseguenza per i cittadini di Cuneo”. Allegato all’esposto, Sturlese ha inviato in Procura l’interpellanza rivolta al sindaco Borgna, “rivolta ad ottenere impegni concreti”.

Dopo l’ordinanza del sindaco del 18 agosto – prosegue – ‘finalizzata al contrasto del degrado urbano, causato dall’abusiva occupazione di suolo pubblico ed al bivacco’, e la conseguente operazione di Polizia del 7 settembre, a fini di controllo della condizione legale e sanitaria dei quasi 90 migranti allocati intorno all’edificio del Movicentro, queste persone hanno trovato ‘alloggiamento’ in due edifici in corrispondenza del deposito ferroviario (delle quali uno privato), e ultimamente in una ex conceria in località Basse di Sant’Anna, in condizioni di promiscuità e quindi di facile esposizione al contagio da Coronavirus”.

Non avendo ottenuto “risposte convincenti” all’interpellanza, Sturlese si è rivolto alla Procura per “valutare gli elementi di responsabilità conseguenti al non assolvimento delle giuste prescrizioni del Decreto Rilancio da parte delle Amministrazioni dello Stato e della Regione, nonché da parte del Sindaco nella veste di responsabile della salute pubblica. Prescrizioni volte ad evitare lo sviluppo di focolai epidemici da Coronavirus e ad assicurare dignitose soluzioni alloggiative ai lavoratori immigrati”.

Dell’esposto Sturlese ha informato anche il questore di Cuneo, il Comando dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia locale, il sindaco Borgna e la Prefettura.

redazione

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