E’ evidente che la cabina di regia e la catena di comando è in balia degli eventi.
Se c’è una cosa che dobbiamo sperare, affinché possa rallentare il contagio e di conseguenza la grave pressione sui nostri ospedali è quella di provvedimenti più restrittivi e il senso di responsabilità dei cittadini, non certo l’azione di chi gestisce l’emergenza in atto che ha ampiamente dimostrato l’inadeguatezza, soprattutto nelle misure preventive.
Come abbiamo detto più volte, nulla è stato fatto e nulla è stato preparato ma lo sfilacciamento tra chi dovrebbe dirigere, la catena di comando e tutti gli attori in campo, ai vari livelli, è totale.
Come è possibile che la regione disponga una discutibile rivoluzione della sanità piemontese, attraverso una disposizione, senza aver interloquito prima con chi questa rivoluzione poi deve metterla in pratica e dopo aver di fatto trasformato già tutti già ospedali in enormi focolai.
Disorientamento, rabbia, delusione, sconforto, oltre che tante incertezze sono le parole che meglio descrivono l’attuale stato d’animo e condizione degli operatori della sanità piemontese.
A nostro avviso potrebbero esserci dei seri problemi di tenuta, soprattutto psicologica. Personale nuovamente senza diritti e senza tutele già provati dallo sforzo della scorsa primavera con la consapevolezza, questa volta che delle cose potevano e dovevano essere fatte.
Scelte l'improvvisate dettate dalla grave situazione porteranno di certo a conseguenze sulla cura di altre patologie e ad un non prevedibile ricaduta su alcuni presidi ospedalieri.
Intanto sono centinaia già gli infermieri risultati positivi, molti dei quali sintomatici, centinaia quelli che aspettano ancora un tampone.
Nursind Cuneo
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