/ Al Direttore

Al Direttore | 21 gennaio 2021, 16:25

"Aldilà delle roboanti dichiarazioni di Borgna, il controllo dei cinghiali in Granda è un completo fallimento"

La lettera del consigliere regionale Lega Matteo Gagliasso: "Evidentemente qualcosa è cambiato! Forse nella gestione del problema? Sarebbe interessante ed utile che ne prendesse atto e ce lo spiegasse il presidente della Provincia"

I cinghiali a spasso sull'Asti-Cuneo

I cinghiali a spasso sull'Asti-Cuneo

Provincia di Cuneo, controllo, cinghiali e... polenta!

Su numerosi organi di stampa a fine anno sono apparsi articoli dedicati al bilancio dell’attività svolta nella Provincia di Cuneo per il “controllo dei cinghiali” durante l’anno 2020.

E in tutti il presidente Federico Borgna definisce con enfasi come... “grande risultato” (!) l’abbattimento di 304 cinghiali. Crediamo importante ricordare come il “contenimento” di questa specie sia non solo necessario ma altresì indispensabile, in quanto nella nostra provincia i loro danni all’agricoltura e all’ambiente sono in costante aumento, così come lo sono gli incidenti stradali, talvolta gravissimi e in alcuni casi purtroppo mortali.

In molti ricorderanno le immagini apparse sui social-media di branchi di cinghiali che gironzolano in corso Europa nel centro di Alba, o grufolano distruggendo orti e giardini alla periferia di Cuneo, ma pure che passeggiano tranquilli sull’autostrada Cuneo-Asti nei pressi di Alba dove, lo scorso anno, si è registrata una vittima oltre a diversi feriti a causa di questa emergenza.

Ascoltando e leggendo delle continue e gravi lamentele delle associazioni agricole - “Una vera e propria calamità, di fronte alla quale l’agricoltore non ha mezzi per difendersi” (Coldiretti); “I danni da selvatici sono in costante aumento e la popolazione di cinghiali in particolare, è da tempo fuori controllo” (Confagricoltura); “Se già prima dell’emergenza Coronavirus gli animali selvatici provocavano danni alle attività agricole, ora il problema è aumentato in modo esponenziale, i cinghiali stanno prendendo il sopravvento nelle campagne... se non si interverrà prontamente, molti coltivatori saranno inevitabilmente costretti ad abbandonare alcune aree del Piemonte” (Cia) - abbiamo cercato di capire quale sia la verità.

Quella fornita dalla Provincia di Cuneo sui grandi successi raggiunti con il controllo della specie, oppure quella delle associazioni che lamentano gravissimi danni e rischi sociali?

Riguardo al Piemonte, con un minimo di pazienza si trovano i dati delle altre province (per alcune parziali) con i relativi abbattimenti ai sensi dell’articolo 19 legge 157, sempre riferiti al 2020: Alessandria 850 cinghiali abbattuti, Asti 1.351, Biella 200 (fine ottobre), Novara 408 (non definitivo), Torino 1.259 (non definitivo), Vco 806 (a inizio ottobre) Vercelli 436 (a fine ottobre e solo per la zona di pianura) e infine Cuneo 304 cinghiali abbattuti (al 31 dicembre 2020).

Analizzando questi semplici dati si riescono a fare alcune facili valutazioni anche comparative rispetto alle aree interessate: la Città Metropolitana di Torino - la più simile alla Provincia Granda per superficie, morfologia, copertura del soprassuolo e tipologie di coltivazioni agricole - nelle operazioni di controllo, ha abbattuto oltre 1.259 cinghiali, il quadruplo (400%) di quelli del Cuneese; Asti con i suoi 1.351 cinghiali si situa in cima alla classifica dei contenimenti pur con un territorio (1,510 kmq) inferiore a meno di un quarto di quella di Cuneo (6,895 kmq); Alessandria (3,559 kmq) e il Vco (2.261 kmq) hanno abbattuto circa il triplo dei cinghiali rispetto alla nostra provincia!

Preso atto dei numeri di cui sopra (non opinioni!), riteniamo che la Provincia - nella persona del presidente - dovrebbe fornire ampie e concrete delucidazioni su questo bilancio, talmente deficitario da non poter essere che, e lo scriviamo con dispiacere, definito un... completo fallimento!

Ancora peggiori, oltre ogni limite, i risultati del controllo nell’anno 2019 dove i cinghiali prelevati nell’intero anno erano stati solamente 71 (settantuno!). E se si torna indietro negli anni troviamo la Provincia di Cuneo in linea con le altre realtà piemontesi nell’anno 2017: i cinghiali abbattuti 603, a fronte di presenze numeriche molto inferiori a quelle attuali.

Evidentemente qualcosa è cambiato!

Forse nella gestione del problema? Sarebbe interessante ed utile che ne prendesse atto e ce lo spiegasse il presidente invece di far pubblicare notizie roboanti, che in alcuni casi inducono il lettore a interpretazioni distorte in cui pare che il “controllo del cinghiale” in provincia sia stato un grandissimo successo.

Prendiamo ad esempio questo testo: “Ufficio Stampa · 24 febbraio 2020. Nel 2020 continua l’attività di contenimento della specie con abbattimenti, formazione, gabbie di cattura, “pastori elettrici” Cuneo – La Provincia di Cuneo ha comunicato i dati relativi al Piano di controllo dei cinghiali ed i risultati della stagione venatoria 2019 appena conclusa.

Sono stati abbattuti 6.653 capi (mancano i dati di un Atc), pari a + 24% circa rispetto alla media dei precedenti quattro anni, con un incremento medio di circa 1.300 esemplari”.

Non ce ne voglia il presidente, ma chi ha fornito la notizia alla stampa l’ha fatto come si prepara un piatto di “pappardelle di cinghiale”: un miscuglio tra “caccia” e “controllo” difficile da “gustare ed ancor più da interpretare” ... per i comuni mortali, ovviamente!

Crediamo che per tutelare l’incolumità pubblica (incidenti), così come le produzioni agricole e la conflittualità sociale, per un ente come la Provincia anche nell’affrontare il problema “cinghiale”, sia ormai arrivato il momento di un approccio corretto, serio e realistico, senza i protagonismi vissuti negli ultimi anni (vedasi i risultati), senza preclusioni ideologiche, nell’esclusivo interesse di tutelare le coltivazioni agricole, la popolazione e l’interesse sociale, compresa la tutela della fauna selvatica.

Purtroppo, in questi ultimi anni nonostante i proclami fuorvianti apparsi sui media i risultati sul controllo hanno prodotto... sì un po’ di carne di cinghiale da gustare con la polenta, come piace a noi cuneesi, ma certamente non hanno raggiunto alcun obiettivo di contenimento della specie e tantomeno soddisfatto le richieste che provengono dalle varie associazioni agricole, o tutelato la pubblica incolumità dei cittadini cuneesi alla guida di cicli, motocicli o auto.

Ancor di più, presidente, se casualmente i suoi funzionari non l’avessero sufficientemente informata la rendiamo edotta che anche a fronte dell’importanza che il comparto suinicolo riveste nell’economia della nostra provincia, gli interventi di cui sopra vanno attuati con serietà e devono essere veramente efficaci perché rivestono una reale, e forse l’unica, prevenzione nei confronti dell’evolversi della peste suina africana che ormai è alle porte anche del nostro Paese.

E quindi non ce ne voglia nessuno e tantomeno il presidente se, non vedendo un reale cambio di marcia dall’attuale inerzia nell’attuare il “controllo” del cinghiale e delle altre specie selvatiche invasive, ci troveremo costretti nell’interesse pubblico e a salvaguardia dei cittadini e delle produzioni agricole a chiedere alla Regione di esercitare il potere di surroga, avocando a sé l’organizzazione e la gestione del controllo.

Matteo Gagliasso - Consigliere regionale Lega Salvini Piemonte

Al direttore

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium