"Noi non vogliamo che “Bella Ciao” venga definita canzone comunista: i partigiani erano liberali, monarchici, democristiani, di Giustizia e Libertà, socialisti, comunisti e non erano di una sola parte politica. Erano antifascisti".
Si chiude con questa dichiarazione la lettera che Ughetta Biancotto - presidentessa provinciale ANPI - ha scritto in risposta al documento con cui sei ragazzi del territorio cuneesee hanno contestato la celebre canzone antifascista indicandola come costruita a tavolino in anni successivi all'azione partigiana e mai davvero cantata durante la Seconda Guerra Mondiale.
"Questo non rispecchia la verità - sottolinea Biancotto - : ci sono infatti testimonianze di Floriana Diena Putaturo, Giovanna Dadone Bormida e Lorenzo Bottero, che hanno rilasciato la loro intervista sui canali youtube".
"Bella Ciao", assicura la presidentessa, è stata contata davvero dai partigiani della provincia di Cuneo e in tutta Italia: "Certamente in quel periodo non era così conosciuta come lo è ora ma questa canzone di libertà e di dignità umana sprigiona emozioni e trasmette alle nuove generazioni il sacrificio dei tanti partigiani e combattenti per la libertà che sono morti - prosegue ancora Biancotto - . Sulle nostre montagne e nelle pianure loro hanno lanciato un significato di democrazia, altruismo, abnegazione, rispetto della Patria, anche in giovane età".
"Il significato di “Bella Ciao“ è un no alle guerre, alle persecuzioni, alla prevaricazione di un popolo sull’altro, e questo è quello che vogliamo ricordare a quei ragazzi che dicono che non hanno cosciuto l’MSI, quel partito che discriminava, che ha votato per le Leggi Razziali e che dava lavoro solo a coloro che erano suoi accoliti, non riconosceva i diritti alle minoranze, non dava la possibilità a tutti di essere rispettati - conclude Biancotto - . Quel partito che ha portato alla guerra intere generazioni di giovani che hanno conosciuto terrore, confino e hanno visto in tanti loro occhi persecuzioni verso i più deboli e i più indifesi. Lo voglio ricordare perché quel periodo ha segnato il secolo scorso, un secolo in cui si sono viste due guerre mondiali e milioni di morti".