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Attualità | 16 febbraio 2022, 16:43

Verduno, parla il vicesindaco «dimissionato»: "Atto politico, volto a soffocare il dissenso"

Andrea Demagistris si difende e contrattacca: "La lettera da me inviata è stata spedita da una mail personale e non reca nessun elemento riconducibile a un atto amministrativo del Comune"

Verduno, parla il vicesindaco «dimissionato»: "Atto politico, volto a soffocare il dissenso"

Riceviamo e pubblichiamo a seguire le riflessioni inviate al nostro giornale dall'ex vicesindaco di Verduno Andrea Demagistris, che interviene sulla revoca dalla carica disposta nei suoi confronti dal primo cittadino del centro langarolo. Alla base del divorzio in municipio, lo ricordiamo, una lettera che lo stesso Demagistris avrebbe inviato alla direzione Unesco e al Ministero della Cultura esprimendo perplessità in merito al tracciato scelto per il completamento dell'autostrada Asti-Cuneo, senza che la stessa fosse stata condivisa né autorizzata dal sindaco (leggi qui).


«Dopo aver letto alcune dichiarazioni della sindaca Marta Giovannini, in merito alle circostanze che hanno portato alla revoca delle mie nomine di vicesindaco e di assessore alla Cultura del Comune di Verduno, vorrei poter avere la possibilità di replicare e di illustrare il mio punto di vista.

Giovannini mi accusa di aver inviato un documento ufficiale all’Unesco, ma ciò non corrisponde al vero. La lettera inviata da me e dalla consigliera dottoressa Margherita Gallo, è stata spedita da una mail personale e non reca nessuna traccia, intestazione, stemma comunale, numero di protocollo, ossia nessun elemento riconducibile a un atto amministrativo del Comune. Non ci siamo identificati con il nome 'Comune di Verduno' né ho fatto riferimento alle circostanze che legittimano le mie funzioni vicarie. La mia revoca, quindi, è stata un atto puramente politico, volto a soffocare il dissenso, a intimidirmi e soprattutto a negare il confronto all’interno della stessa maggioranza, perché quando ci sono di mezzo grandi interessi è meglio fare presto e zittire chi fa troppe domande.

D’altro canto, è altresì vero che la nostra contrarietà al viadotto e i motivi che la giustificano non risultano in nessun atto amministrativo ufficiale. Esternamente pare che tutta l’amministrazione comunale condivida tale progetto, ma non è così. Riteniamo, infatti, che la scelta di avallare la soluzione esterna sia un grosso errore politico e morale, in quanto non si può condividere la costruzione di un opera che contribuirà ad apportare degrado e consumo del territorio in una zona già fragile. Nè eventuali compensazioni giustificano la scelta di aderire all’accettazione di tale opera (e questo discorso vale per tutti i comuni coinvolti e non solo per Verduno).

Per tale motivo, abbiamo ritenuto necessario esprimere, con una lettera, attraverso un canale personale, le nostre opinioni politiche agli enti con responsabilità decisionali, firmando con la carica politica ricoperta all’epoca nell’amministrazione comunale.

Vorrei soffermarmi anche sull’affermazione dell’Avv. Marta Giovannini che ho letto sui media. Giovannini scrive: “Il Comune ha sostenuto il tracciato in galleria e poi, quando lo Stato ha definitivamente accantonato tale ipotesi, si è espresso a proposito del tracciato esterno...”. In realtà lo Stato ha firmato l’atto di modifica dell’accordo con il concessionario nel Novembre 2020. Il Consiglio Comunale di Verduno ha deliberato a favore del tunnel successivamente nel Dicembre 2020 e nell’Aprile 2021. L’accordo Stato – Concessionario approva solo la variazione del nuovo piano economico finanziario e non il progetto in esterno, che è al momento senza alcuna approvazione e che verrà discusso nelle Conferenze dei Servizi quest’anno.

Il buon amministratore deve prendersi cura di tutta la sua comunità: non può sostenere la tesi che esista un paese di serie A e uno di serie B sacrificabile. Una zona definita dallo stesso concessionario dequalificata e compromessa (Borgata Molino) va curata e non abbandonata al suo destino di degrado. Io e la consigliera Gallo resteremo perciò nel Consiglio Comunale, come indipendenti, e continueremo a vegliare sull’operato della maggioranza, maggioranza che dopo la nostra uscita è molto risicata e di sicuro non rappresenta più come prima la nostra comunità.

Concludo dicendo che i tanti attori di successo del territorio, che si occupano di turismo, produzione e cultura del vino, agricoltura sostenibile, green economy... parlano spesso di tutela del paesaggio e di biodiversità e ne fanno un fiore all’occhiello della loro attività: è ora di far seguire alle parole i fatti».

Redazione

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