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Attualità | 01 agosto 2022, 15:15

A Saluzzo braccianti in sciopero: "Sistemazioni e permesso di soggiorno non sono favori, ma diritti"

Il gruppo 'Enough is enough - braccianti in lotta Saluzzo' punta il dito contro Regione, Confagricoltura, Coldiretti e la Questura di Cuneo. Giovedì alle 9 la manifestazione

Braccianti agricoli in manifestazione - Foto di repertorio

Braccianti agricoli in manifestazione - Foto di repertorio

Si terrà giovedì 4 agosto a Saluzzo, con ritrovo alle 9 davanti alla locale sede di Confagricoltura, lo sciopero dei lavoratori delle campagne saluzzesi per chiedere "contratti, case e documenti per tutti". Oltre a giustizia per i morti sul lavoro come Moussa Dembelé, il lavoratore revellese deceduto lo scorso 11 luglio.

"Come moltissimi altri Moussa aveva il permesso di soggiorno bloccato da oltre un anno ed era costretto di conseguenza a un lavoro precario, irregolare e senza sicurezza - si legge nel comunicato in cui 'Enough is enough - braccianti in lotta Saluzzo' spiega le ragioni dietro la manifestaione - . Per lui e per noi stessi, per gli altri braccianti morti o scomparsi nei campi in queste ultime settimane da Caserta a Ragusa, contro lo sfruttamento e il razzismo che uccidono, scendiamo in piazza e andiamo a chiedere risposte a chi di queste morti ha una grande responsabilità. I padroni e le istituzioni".

Il gruppo 'Enough is enough' sottolinea anche come - nonostante la stagione di raccolta sia ormai iniziata da mesi - , l'accoglienza destinata ai lavoratori non si stia rivelando effice e manchino posti nelle case adibite dai Comuni. "Un bando regionale fresco di pubblicazione annuncia 116.000 euro per l'installazione e l'affitto di nuovi container in gestione ad associazioni ed enti locali. Container in cui nessuno dovrebbe vivere e dove i lavoratori non vogliono andare, anche perché le cosiddette accoglienze diffuse prevedono un contributo da parte dei datori di lavoro. Che quindi spesso non rinnovano il contratto a chi si è rivolto al Comune e alle associazioni per chiedere un alloggio".

"Ci sono ancora persone che, nonostante abbiano un contratto in mano, dormono fuori per non perdere il posto di lavoro - si legge ancora - . Non sono pochi i lavoratori che dormono al parco di Saluzzo da inizio estate, senza servizi igienici e senza un riparo dalla pioggia, trattati come un problema di ordine pubblico e sotto il controllo e la repressione quotidiana delle forze dell'ordine".

Alla Regione si chiedono, quindi, misure a sostegno dell'affitto e l'adibizione di case vere e alloggi. "Vogliamo anche la possibilità di chiedere la residenza nei Comuni dove viviamo: il lavoro stagionale obbliga le persone a spostarsi, a lavorare metà anno in Piemonte e l'altra metà a Foggia, a Rosarno, o altrove. Ovunque i Comuni si rifiutano di concedere la residenza, che però è un requisito essenziale per rinnovare il permesso di soggiorno, accedere al sistema sanitario e altro".

Secondo gli scriventi il problema della casa e della residenza sono essenziali. E, nello specifico, puntano il dito anche contro Coldiretti e Confagricoltura: "Sui giornali locali leggiamo pianti sconsolati per la carenza di manodopera. Le associazioni datoriali danno la colpa ai ritardi della burocrazia nei flussi e ne chiedono di più, più semplificazioni, più quote di ingressi da paesi extraeuropei (proprio mentre inizia una campagna elettorale incentrata sul 'problema dei migranti'). Chi la frutta la raccoglie, però, racconta un'altra storia: tutti sanno che a Saluzzo non ci sono posti per dormire e questo è un grande deterrente per chi fa lavori stagionali. E anche se i contratti ci sono, sono quasi tutti irregolari, con paghe più basse del minimo e pochissime giornate segnate in busta paga. Senza contare i trattamenti degradanti, gli insulti, le minacce. I lavoratori, in Italia ci sarebbero, ma le condizioni di lavoro pessime non sono certo invitanti. A Coldiretti e Confagricoltura chiediamo il rispetto dei contratti, paghe decenti, migliori condizioni di lavoro e un contributo reale all'alloggio che non si tramuti in ricatti ed estorsioni sulle buste paga".

Nel comunicato non si risparmia nemmeno la Questura di Cuneo e il blocco dei permessi di soggiorno, che spesso necessitano di mesi per essere consegnati: "È nell'interesse di tutti, anche dei datori di lavoro, chiedere alla Prefettura e al Ministero dell'Interno documenti per tutti i lavoratori e le lavoratrici immigrate. Il permesso di soggiorno non è un favore".

redazione

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