Non c’erano dubbi che gli ultimi sviluppi relativi all’iter che porterà la città di Cuneo a godere di un nuovo ospedale unico – nell’area dell’attuale ospedale Carle e, se tutto va bene, entro il 2028 – sarebbero stati al centro delle discussioni del consiglio comunale di questo febbraio (assieme all’affaire biodigestore Acsr).
E così è stato: la trattazione di due interpellanze e un ordine del giorno – presentati da Indipendenti, Cuneo Mia e Cuneo per i Beni Comuni – ha interessato la prima, lunga, frazione di assise amministrativo, toccando diverse problematiche relative al passato, al presente e al futuro del progetto.
Boselli: "Un pasticcio questione con Fondazione nuovo ospedale"
L’interpellanza presentata da Giancarlo Boselli (Indipendenti) si rifaceva all’ente della fondazione nuovo ospedale unico, che il consigliere ha indicato come avente – nel corso dei lavori che hanno portato a decidere per la costruzione nel sito ‘decentrato’ del Carle – il preciso scopo di sostenere la soluzione di Confreria. Inoltre, Boselli si è interrogato sul ruolo che l’ex sindaco Borgna ha mantenuto nella fondazione stessa sino alla sua sostituzione con Elio Rostagno: “Era presente alla serata di costituzione della fondazione, ma a titolo personale come si dice? La surroga è stato un pasticcio, perché è mancato un passaggio in consiglio comunale su questa nomina”.
Beppe Lauria e Ugo Sturlese si sono dimostrati d’accordo con la posizione del collega indipendente.
La sindaca Patrizia Manassero: “Tutto è stato verificato, Borgna partecipò, come molti altri rappresentanti, a titolo di persona fisica e non come rappresentante del Comune – ha spiegato - : dopo la surroga, poi, il Comune non ha mai corrisposto alcuna cifra alla fondazione, tutto è perfettamente in regola”.
Quel partenariato, più efficace ma più costoso
La discussione più ampia ha però riguardato i documenti presentati da Claudio Bongiovanni e Ugo Sturlese, con il primo che ha presentato le analisi comparative effettuate sul partenariato pubblico privato, sui fondi art.20 e su quelli dell’INAIL (scoprendo, nel caso del finanziamento con le ultime due modalità, un risparmio sensibilmente più elevato) e il secondo che ha ricordato il contenzioso tra la Regione Veneto e i proponenti del partenariato in merito al progetto della pedemontana veneta, chiedendo di dirottare ogni discussione su un progetto di riqualificazione del S.Croce.
“Il partenariato costa il doppio rispetto alla soluzione con fondi ministeriali e 400 milioni di euro in più rispetto a quella con fondi INAIL – hanno detto i due consiglieri - . La sindaca dovrebbe schierarsi a favore del territorio, chiedendo dalla Regione un atteggiamento più rispettoso e cristallino”.
D’accordo con le posizioni di Bongiovanni e Sturlese alcuni altri consiglieri della minoranza.
“I nostri puntigli riguardano la modalità con cui si è arrivati alla decisione di farlo, dove e come, questo nuovo ospedale – ha ricordato Lauria - . Singolare come tutto sia stato costruito e sviluppato, quando un dato incontrovertibile riguarda i numeri presentati da Bongiovanni. Dalla Regione possono dirci tutto e il contrario di tutto, ma io vorrei sapere come il privato vorrà ripagare il costo dei lavori”.
“L’iter del progetto sul nuovo ospedale, ad oggi, vanta un’accelerata incredibile, un’azione impropria di una fondazione privata e due progetti ‘uno bello e l’altro brutto’: dire che il percorso sia stato contorto e non lineare è usare un eufemismo – ha aggiunto Boselli - . Dire che l’edilizia sanitaria non è materia del Comune, così come la scuola, le strade, l’ordine pubblico e tanto altro, è solo un tentativo di piegare l’incapacità del sindaco di contare politicamente qualcosa”.
Luciana Toselli e Nello Fierro: “La conferenza d’intenti è stato uno spot fantastico e i vertici regionali non hanno risposto ad alcuna domanda. Mondovì è una cattedrale del deserto, a Verduno il malcontento degli addetti ai lavori è palpabile, rischiamo di finire così anche noi. Il voto, che sarà chiaramente negativo, dimostrerà la condivisione delle forze in campo sulla privatizzazione della sanità pubblica”.
La discussione tra i consiglieri
Una previsione, quella di Fierro, più che immaginabile e che ha poi trovato riscontro nel voto contrario all’ordine del giorno.
“Le richieste vanno conferite al presidente della Regione, che si è già detto disponibile a venire in commissione o in consiglio comunale per rispondere a ogni domanda – ha detto Stefania D’Ulisse - . Sull’edilizia sanitaria il Comune non può esprimere giudizi o prendere decisioni, non ha alcuna competenza. Non si può sempre guardare indietro, la decisione sull’ubicazione è da prendere come un fatto compiuto; il Comune, da adesso in avanti, potrà e dovrà avere un ruolo di garanzia sulla continuità assistenziale ai cittadini”.
Per Luca Paschiero continuare a discutere sull’ubicazione del nuovo ospedale è un peccato: “La commissione temporanea speciale è nata all’inizio del secondo mandato Borgna e ci ha portati ad analizzare con attenzione il fabbisogno sanitario del territorio: le ragioni sono state indicate, confermate e avallate dal consesso – ha detto - . I tanti ordini del giorno che sono stati presentati sono tutti stati ‘contro’: non aiutano e non permettono a chi è garante delle scelte di poter lavorare con un po’ di serenità”.
“Non intendiamo più perdere tempo sul discorso della localizzazione – ha aggiunto Maria Laura Risso - : il S.Croce è stato più volte deputato dai tecnici privo della cubatura necessaria per qualunque tipo d’intervento. Se avessimo avuto competenza avremmo scelto il finanziamento con fondi pubblici, ovviamente, ma la Regione ha scelto il partenariato e noi possiamo solo prenderne atto; dobbiamo concentrarci sulla viabilità, sui servizi e su tutto ciò che riguarda il territorio e il contatto con la nuova struttura sanitaria”.
“Cirio lo conosciamo e noi non crediamo a tutto quello che dice – ha aggiunto ancora Carmelo Noto - ; possiamo promettergli, però, che il Comune farà tutto il possibile per non essere ‘d’intralcio’ all’iter di creazione del nuovo ospedale”.
Manassero: "L'ospedale non sarà mai del privato"
“Questo consiglio ha sempre ribadito che la sanità che vogliamo è pubblica, punto e basta. A prescindere da come verrà realizzato l’ospedale: non si può rinunciare a un intervento così importante se la scelta sul finanziamento non incontra le nostre preferenze” ha aggiunto ancora la sindaca Manassero, che ha sottolineato di aver espressamente richiesto la presenza del governatore Cirio in consiglio comunale.
La sindaca ha anche stabilito come il partenariato elimini il passaggio dell’accensione del mutuo, metta in gioco alcuni servizi ausiliari, sposti parte poderosa (ma non totale) del rischio sul privato e permetta un’accelerazione dei processi. Ma anche l’ospedale non è e non sarà mai ‘del privato’.
“Siamo tutti allineati sull’obiettivo che la spesa pubblica sia la migliore, e ci mancherebbe – ha aggiunto - . Con il conferimento del cronoprogramma la Regione ci ha dato uno strumento di controllo, tramite il quale vigileremo costantemente”.