È ormai di qualche giorno fa lo sfogo social del titolare del locale La Birrovia di Cuneo, Michele Trapani, il quale ha recentemente ricevuto da parte di LEA (Liberi Autori e Editori) un sollecito affinchè, come prevede il vigente ordinamento, regolarizzasse economicamente la propria posizione rispetto al pagamento dei diritti d'autore di alcuni artisti tutelati da LEA stessa.
IL PERCORSO LEGISLATIVO
Ma andiamo con ordine: fino all'ottobre 2017 la normativa in vigore, derivante dalla storica Legge 633 del 1941, prevedeva che, nel nostro paese, la tutela dei diritti d'autore fosse monopolio assoluto della Societá Italiana Autori ed Editori (SIAE).
A seguito dell'emanazione della Direttiva Europea 26 del 26 febbraio 2014 si sono aperti un lungo dibattito ed una laboriosa opera di modifica legislativa a cura del Ministero della Cultura, in allora retto dal Ministro Dario Franceschini, che ha portato dopo un triennio, prima ad un parziale recepimento della stessa nel Decreto Legislativo 35 del 15 marzo 2017 e, in seguito, al fine di non incappare in una pesante procedura di infrazione europea, all'emanazione d'urgenza di una misura specifica all'interno del Decreto Legge 148 del 16 ottobre 2017, convertito con la Legge 172 del 4 dicembre 2017.
Nella sostanza, su spinta dell'Europa, è stato interrotto il monopolio di SIAE e il mercato dei diritti d'autore ha avuto una apertura alla concorrenza.
Ció ha portato all'ingresso nel nostro paese della società italo-inglese Soundreef, che cura, tra gli altri, gli interessi di autori come Fedez, J-Ax, Enrico Ruggeri, 99 Posse e Fabio Rovazzi, la cui riscossione è affidata in esclusiva proprio a LEA, associazione senza scopo di lucro.
L'ingresso nel mercato dei diritti d'autore di una realtà che ha interrotto il monopolio di SIAE, durato poco meno di sessant'anni, non è stato facile né privo di contenziosi, ma la pronuncia nel luglio 2020 della Corte Costituzionale rispetto al dubbio di Costituzionalità sollevato dal TAR Lazio sulla urgenza di inserire la materia del diritto d'autore nel Decreto Legge 148/2017, ha definitivamente sancito il dato di fatto del regime di concorrenza.
LA VICENDA "BIRROVIA"
E così, Birrovia e tutti gli altri locali grandi e piccoli che fanno musica dal vivo o dj set, si sono trovati, alcuni mesi fa, a dover produrre il borderó dei brani suonati dagli artisti ospitati, sia a SIAE che a LEA, per una doppia verifica, ciascuno sui brani di propria competenza.
Da una serie di controlli da parte di LEA é risultato che Birrovia avrebbe "suonato" in alcune occasioni brani di sua tutela senza pagarne i diritti.
Il conto per Michele Trapani, datato gennaio 2023, finisce per ammontare a più di quattrocento euro, per sanare ex post l'utilizzo in quattro occasioni di musiche e testi tutelati LEA/Soundreef. Ma l'interlocuzione ha una evoluzione ulteriore: prima LEA elabora una proposta di licenza annuale di milleduecentoquarantacinque euro, comprensiva della sanzione di cui sopra; in seguito, attraverso l'intermediazione del SILB ( Sindacato Italiano Locali da Ballo) alla Birrovia viene fatta una nuova ipotesi di novecento euro all'anno per tre anni : una sorta di abbonamento forfettario triennale che permetterebbe di bypassare l'invio di borderó, per ogni serata, a LEA.
Parallelamente Birrovia dovrá continuare a pagare i diritti SIAE in base ai brani eseguiti in quanto la società ex monopolista non prevede "pacchetti" di quel genere.
Il titolare del locale constata come molti dei suoi colleghi di settore abbiamo pagato a LEA quel tipo di abbonamento per poter continuare ad operare, senza soffermarsi ad approfondire i termini della situazione.
"Ma se tanto mi dà tanto, e ad oggi LEA rappresenta circa il 2% degli autori riscuotendone i relativi diritti - sottolinea Trapani -. Ciò significa che potenzialmente SIAE uno di questi giorni potrebbe presentarsi in un locale analogo al mio e proporre, per poter continuare a fare musica dal vivo, abbonamenti annuali da 40.000 o 45.000 euro, proporzionati ala quota di mercato che rappresenta! E potrebbe voler dire che, nel prosieguo dell'evoluzione del mercato verso una concorrenza totalmente "aperta", nei prossimi mesi altri due, cinque, venti operatori, rappresentando ciascuno i propri autori, potrebbero legittimamente richiedere ciascuno un forfettario di un migliaio di euro, spese che tutte sommate insieme ci farebbero chiudere i locali seduta stante!"
A latere la sottolineatura che vede più del 50% della cifra di 900 euro, prospettata annualmente da LEA, formalmente indicata come "costo amministrativo", mentre solo meno della metá va agli artisti.
GLI SVILUPPI FUTURI
Se da parte sua il titolare della Birrovia chiede che a livello normativo venga semplificato il meccanismo, permettendo a lui e a tutti i locali di pagare ogni volta SIAE e LEA semplicemente in base all'elenco preciso dei brani che compaiono in ogni giornaliero borderó, abbiamo chiesto lumi sulla vicenda alla referente locale del sindacato SILB, Federica Toselli, contitolare della discoteca Le Cupole di Cavallermaggiore.
Queste le sue considerazioni: "Per il diritto d'autore, con la modifica dell'articolo 180 (della L. 633/1941 n.d.r.) si e’ liberalizzato il mercato. Ció ha consentito anche ad altre societa’ di collecting straniere, o di nuova costituzione, di affacciarsi sul mercato italiano (vedi Lea ). Occorre però riorganizzare, sia la raccolta afferente all'utilizzo delle opere di ingegno tutelate, sia la ripartizione, fermo restando il rispetto delle regolamentazioni in termini di equo compenso che fissano dei limiti percentuali al diritto d'autore."
E prosegue: "Silb ha dovuto trovare un accordo con Lea in quanto l'obbligo di riconoscer loro diritti come a Siae è tutelato da legge. Nell'incontro con il signor Trapani, e in alcune telefonate successive con membri di Silb nazionale e con il direttore SIAE, tutto ciò è stato espresso. In giunta nazionale Silb siamo in prima persona impegnati per definire una situazione generale che ci preoccupa anche potenzialmente con altre etichette che, prima o poi, verranno a bussare alle porte della nostre aziende".
Toselli ci accenna anche al fatto che sarebbe nata una interlocuzione proficua con alcuni rappresentanti politici, una tra tutti: la senatrice emiliana Lucia Borgonzoni, Sottosegretario del Ministero della Cultura, per affrontare e trovare una soluzione equa rispetto alla problematica.
Ci permettiamo di sottolineare che sarebbe auspicabile, visto il caso cuneese della Birrovia, anche una attivazione dei rappresentanti parlamentari della Granda.
Ad oggi sembra invece che, a livello cittadino cuneese, la coalizione che fa capo alla candidata sindaco Luciana Toselli abbia intenzione di sollevare la questione in consiglio comunale, con la presentazione di uno specifico atto di indirizzo che impegni la maggioranza ad adoperarsi sui vari livelli situazionali per una solerte e congrua soluzione della problematica.
Staremo a vedere.