Ha preso la via della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, oltre che del Municipio di Alba (sindaco e Assessorato Servizi Urbanistica e Territorio) la segnalazione con la quale la sezione albese di Italia Nostra punta a preservare un sito di interesse archeologico presente al civico 82 di corso Cortemilia e che insisterebbe su un’area ora resa edificabile.
"La nostra associazione – si legge nella missiva a firma del presidente Roberto Giretti – da tempo ha tenuto sotto osservazione un’area esterna alla città di Alba (a circa 2 chilometri dal centro), sulla direttrice verso sud (percorsa dell’ex Statale 29). Nel 1978 a monte della suddetta strada, fu scavato un saggio che rivelò l’acquedotto romano e che fu poi sommariamente indagato in altri punti del tracciato verso la città. Fu da allora aspirazione del quartiere conservare in visu (il ritrovamento fu segnalato alla dottoressa Mercando della Soprintendenza statale) le tracce storiche importantissime per la concomitanza in un unico sito di un acquedotto in struttura interrata (vedi P. Barale in “Alba Pompeia”, 1998, I, pagg. 5-39); di una strada d’età romana basolata di 5 metri circa (segnalazione dell’impresario Pietro Proglio); infine di tombe a incenerizione con corredi dispersi di verghette vitree, coppette, monete a fianco della suddetta strada. Una di queste, a cella quadrata, fu scavata anche dal dottor Gallizio. (segnalazione della famiglia Proglio)".
"Sullo stesso versante, 50 metri a monte, durante la costruzione di alcune villette furono segnalati due focolari con residui combusti attribuibili all’insediamento degli antichi Liguri presenti già dal V/VI secolo a. C.", segnala ancora Italia Nostra, che nel settembre scorso sul tema dell’acquedotto d’età romana fuori e dentro la città promosse un incontro pubblico (“L’acquedotto e le condutture idriche nel sottosuolo della romana Alba Pompeia”) con lo studioso Piero Barale.
"Essendosi resa l’area edificabile e non volendo perdere tali testimonianze" l’associazione ha quindi scritto a Comune e Soprintendenza chiedendo di sottoporre a vincolo cautelativo il prossimo cantiere, "magari effettuando un sondaggio preventivo per valutare la consistenza dei costrutti inamovibili quali strada e acquedotto".
















