E’ ufficiale: il prima possibile i vertici di AMOS – azienda con giurisdizione regionale che supporta l’attività sanitaria, ospedaliera e territoriale pubblica delle ASL Cn1, Cn2, dell’AO S.Croce e Carle, dell’ASL di Asti e dell’ospedale di Alessandria fornendo beni e servizi – verranno convocati dall’amministrazione comunale cuneese per relazionare sulle proprie attività. C’è già il sì del presidente Simone Mauro e quello del consigliere comunale (e presidente della commissione sanità) Erio Ambrosino, e l’intenzione è stata resa pubblica dalla stessa sindaca di Cuneo, Patrizia Manassero.
La questione è stata portata in consiglio comunale da Giancarlo Boselli (Indipendenti), a seguito di segnalazioni e rimostranze – giunte anche al nostro giornale – di alcuni dipendenti del laboratorio di analisi dell’ospedale del capoluogo, vessati da turni molto pesanti e dalla mancanza di nuove assunzioni (‘bloccate’ secondo alcuni proprio da AMOS, che condividendo con l’ospedale la medesima graduatoria si accaparrerebbe tutte le assunzioni a condizioni differenti di quelle standard). “Serve una riflessione sulla storia e sul concetto dietro alla creazione di AMOS nel 2004, sul fatto che ad oggi abbia ancora senso la presenza di una società fatta e strutturata in questa maniera sulla quale, evidentemente, la sensazione è che non ci sia un diretto controllo da parte del pubblico che la presiede. AMOS, come molte delle partecipate del Comune, ha una vita sua” ha detto Boselli.
I consiglieri Beppe Lauria e Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) hanno seguito da vicino la nascita di AMOS e si sono detti favorevoli a un incontro chiarificatore. “L’idea nasce come invenzione di Fulvio Moirano in un momento preciso della sanità pubblica regionale – ha detto il primo - . Tutto quel che riguarda la sanità, a ogni livello, ci tocca da vicino come amministrazione comunale; credo AMOS debba conferire con noi e chiarire alcuni aspetti del suo funzionamento a beneficio principalmente suo”.
“Ho vissuto quel momento della fine anni ‘90 in cui sono nate le ‘sperimentazioni gestionali’, una sorta di anticipo del partenariato pubblico-privato e, all’epoca, un’operazione quasi obbligatoria per rendere l’ospedale di Cuneo un hub piemontese in regime di blocco delle assunzioni – ha aggiunto ancora Sturlese - . E ammetto che, in gioventù, sono stato anche abbastanza favorevole perché mi aspettavo che i miglioramenti gestionali potessero sbloccare ulteriori risparmi da collocare sui servizi territoriali. Cosa che non è mai avvenuta. L’ospedale controlla davvero poco questa gigantesca espressione ‘altra’ della sanità”.
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