“In attesa che la Regione si esprima su come pensa di affrontare il problema della sanità, chiediamo con forza che venga ripristinata l’eccellenza dell’attuale struttura ospedaliera partendo da un’analisi tecnica ed economica seria e si inizi a riorganizzare la sanità territoriale”.
La richiesta arriva – e non è la prima volta che la presentano – dai gruppi consigliari di minoranza del capoluogo Cuneo Mia, Cuneo per i Beni Comuni e Indipendenti. L’argomento è quello della sanità del territorio e della salvaguardia dell’eccellenza dell’ospedale Santa Croce e Carle, a fronte della questione legata all’iter di realizzazione del nuovo nosocomio unico della città.
I gruppi di minoranza riprendono i dati relativi al 2021 recentemente rilasciati dall’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali del Ministero della Salute, che posizionano il Santa Croce e Carle tra i nove migliori ospedali d’Italia con tempi d’attesa bassi in generale ed entro i limiti di legge per quanto riguarda il pronto soccorso, macchinari moderni, ricoveri brevi, buona organizzazione, personale adeguato al numero di letti, conti in ordine e una struttura d’attrattiva pur se vecchia di sessant’anni. Un ospedale eccellente, insomma, con un altrettanto eccellente direzione.
“É sotto gli occhi di tutti gli utenti come, attualmente, le prestazioni del nostro ospedale presentino delle difficoltà, ed è logico chiedere alla Regione cosa mai sia successo in tre anni e come si intenda uscirne – si legge nella lettera - . Da ciò che vediamo possiamo intendere che la Regione pensi di riportare il nostro ospedale all’efficienza dei numeri facendo affidamento su personale esterno, dirottando i pazienti verso il privato e costruendo un ospedale nuovo per il quale mostra di non avere le idee chiare”.
I gruppi denunciano l’altalena di annunci in merito al finanziamento dell’opera, che ormai prosegue dal 2019 e rileva profonda confusione: “Ospedale nuovo con fondi INAIL, ma senza volontà di procedere in quel senso. Poi con i privati, perché invece i fondi pubblici non ci sarebbero stati. Denari che poi invece saltano fuori. Annunci di fantomatiche conferenze dei servizi poi trasformatesi, per mancanza di sostanza, in generiche ‘conferenze d’intenti’. Nuova promessa di conferenza dei servizi che per ora non si è tenuta e ancora non è stata convocata. Il commissario nominato che ancora non ha siglato i documenti necessari per avviare una procedura di partenariato pubblico-privato che potrebbe non rispettare l’interesse pubblico”.
“Siamo convinti che queste non siano risposte adeguate alla richiesta di sanità pubblica e universale che viene dalla gente, risposte fuori bersaglio, che portino dritte verso la privatizzazione delle cure con tutto ciò che questo comporta – proseguono i consiglieri - . Non ci siamo mai assuefatti all’idea del dissolversi della sanità pubblica. Dal 2019, con diverse associazioni, ci siamo stati per informare con convegni e manifestazioni. Ancora oggi, ci troviamo a dimostrare, conti alla mano, come l’idea della Regione di affidare la costruzione di un nuovo ospedale al privato sia la peggiore e avvertiamo la responsabilità di dover reclamare una risposta urgente agli attuali bisogni sanitari delle persone. Riteniamo che in questi elementi stia il percorso più efficace per riportare il nostro ospedale fra i migliori d’Italia – si conclude la lettera - . La salute dei cittadini non può aspettare dieci anni né può essere subordinata ad altro interesse, di qualsiasi natura”.
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