La stagione della frutta che entra nel vivo nel Saluzzese vede crescere, giorno dopo giorno, i braccianti africani che arrivano sul territorio in cerca di lavoro.
“Da qualche settimana le strutture di accoglienza della Caritas sono messe a dura prova, sia dal punto di vista economico che dell’impegno dei volontari, per l’afflusso crescente dei migranti stagionali - afferma il direttore Carlo Rubiolo.
Fra’ Andrea Nico Grossi del convento di San Bernardino, che gestisce la mensa Caritas di corso Piemonte, sulla sua pagina Facebook segnala la necessità di aiuto, fornendo le quantità crescenti di pasta cucinate per coloro che ogni giorni si presentano al cancello.
Sono quasi 600 chili al mese. Un costo già alto, solo per la pasta.
“Se si considera che la mensa distribuisce in questo momento circa duecento pasti al giorno - specifica Rubiolo - anche valutando solo un euro per pasto, si arriva ad un costo mensile di seimila euro, senza contare gli oneri indiretti, come le bollette o la manutenzione. Per questo dalla Caritas arriva il pressante appello a privati o aziende che volessero donare generi alimentari, in modo da alleggerire il peso economico di una delle tante azioni di assistenza messe in atto dall’ente diocesano".
Anche il servizio di distribuzione indumenti usati si trova in difficoltà: perché le scorte sono ormai esaurite e i volontari non riescono più a far fronte alle tante richiesta. Servono coperte, pantaloni, magliette, scarpe, "indumenti estivi e adatti ai giovani lavoratori - specifica Fra Andrea - che nella maggior parte dei casi arrivano a Saluzzo solo con un piccolo zaino e con gli infradito".
Chi volesse farne dono, può portare il suo contributo il lunedì, il mercoledì e il venerdì in corso Piemonte 63 e rivolgersi ai volontari che sono presenti dalle ore 17,30. Oppure telefonare al 333 6504439.
Alla Caritas tengono a precisare che per nessuno dei propri interventi (tra i quali l’ambulatorio medico, lo sportello informativo, la ciclofficina, il deposito bagagli, il servizio docce, la distribuzione indumenti) riceve contributi pubblici: i finanziamenti arrivano prevalentemente dall’otto per mille e in parte da contributi di fondazioni e offerte di privati.
E tra l'altro, conclude il direttore Rubiolo, "queste risorse sarebbero inutili, se non ci fossero le volontarie e i volontari a trasformarle con il loro impegno generoso in gesti concreti di solidarietà".