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Cronaca | 13 settembre 2023, 15:13

Insegnante del Saluzzese ebbe rapporti con un allievo minorenne: la Procura chiede condanna a sette anni di carcere

L'ex docente di sostegno del ragazzo chiamata a rispondere di abusi sessuali e stalking. Per la Procura il consenso del giovane sarebbe stato viziato

Immagine di repertorio

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Sette anni di carcere. È questa la pena chiesta dal sostituto procuratore Alessia Rosati per la professoressa accusata di abusi sessuali e stalking ai danni di un giovane, minorenne all’epoca dei fatti, suo ex alunno in una scuola media del Saluzzese.

Tutto sarebbe iniziato nel dicembre 2017, quando il ragazzino, a cui era stato diagnosticato un limite nell’apprendimento, aveva iniziato a frequentare la terza media. In vista dell’esame gli era stata affiancata l’insegnante di sostegno, cosicché lo aiutasse nello studio e nei compiti. Gli accordi presi inizialmente con la docente prevedevano che il ragazzo andasse a casa sua durante le vacanze di Natale per studiare.

La denuncia venne poi presentata dalla madre del minore, costituita parte civile nel processo in corso presso il Tribunale di Cuneo, quando la situazione divenne a suo dire ‘non normale’. Cioè quando il figlio, una notte, approfittando di una lite in famiglia, si era fermato a dormire a casa dell’insegnante. Da lì la scoperta fatta dal genitore e dalla sorella del ragazzino di alcune foto intime della docente, insieme a messaggi, alle tracce di telefonate e all’immagine di un tatuaggio col nome del ragazzo che la donna si sarebbe fatta fare su una spalla.

Tra i due, sostengono la Procura e la famiglia del giovane tramite l'avvocato Fiammetta Rosso, ci sarebbero stati rapporti sessuali. Il pubblico ministero ha sostenuto che il consenso del giovane sarebbe stato viziato. L’avvocato di parte civile ha chiesto per lui e la famiglia un risarcimento di 30mila euro, con un anticipo di 10mila.

A confermare la circostanza di rapporti intimi intercorsi tra i due era stata la stessa imputata: “Ero affezionata a lui. Non volevo prendesse una brutta strada. Abbiamo iniziato ad avere rapporti a luglio. A giugno ero stata spostata di plesso, dunque non sapevo più nulla di lui. Era stato lui a telefonarmi per dirmi di essere stato bocciato e di aver superato solo un anno su due. Voleva incontrarmi. Quando l’ho rivisto l’ho trovato più deciso e più adulto. Tentò un approccio fisico e io, sbagliando, mi lasciai andare. Ci vedemmo altre volte”.

I legali della donna, difesa dagli avvocati Nicola Dottore e Luca Mondino, rassegneranno al collegiale la loro conclusione nell’udienza già fissata per il prossimo novembre.

CharB.

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