Il panorama delle start up del nostro Paese ha registrato negli ultimi anni una crescita notevole, trasformandosi in un settore dinamico. È un trend positivo che testimonia innanzitutto quanto sia vitale l'ecosistema imprenditoriale italiano. Allo stesso tempo si tratta di una situazione che riflette anche un cambiamento di tipo culturale e strutturale all'interno dell'Italia. La penisola, nota tradizionalmente per le piccole e medie imprese a gestione familiare, progressivamente sta abbracciando sempre più l'innovazione e la tecnologia, promuovendo la nascita di nuove realtà aziendali. Ma quali sono i numeri che indicano questa crescita? E quali sono i fattori che contribuiscono al successo delle start up italiane?
I settori coperti dalle start up in Italia
Le start up sono aziende giovani e innovative, spesso fondate da imprenditori che sviluppano idee originali in vari settori. Prima di avviare una start up e ottenere eventuali finanziamenti, tuttavia, è opportuno verificare le potenzialità di crescita e successo. Questo richiede un attento studio del settore in cui si intende operare – e a tal proposito suggeriamo di leggere l'analisi di Centralmarketingintelligence.it sul mercato di riferimento – procedendo a una valutazione dei competitor e alla presa in esame di altri fattori come le tendenze di settore e le esigenze dei consumatori.
Le start up italiane coprono diversi settori, riflettendo la diversità del panorama imprenditoriale del Paese. Tra i settori maggiormente dinamici ci sono la tecnologia e il digitale, che rimangono i più scelti, con start up che si occupano di sviluppare soluzioni innovative in ambiti come l'intelligenza artificiale e la cybersecurity.
Anche il settore della salute e delle biotecnologie sta vivendo una crescita importante, con diverse start up che si focalizzano su tecnologie mediche, diagnostiche e terapeutiche avanzate. Molto interessante anche il settore dell'energia e della sostenibilità, con una transizione verso un'economia sostenibile che ha stimolato la nascita di start up che si occupano di rinnovabili, della gestione dei rifiuti e della mobilità sostenibile.
L'Italia ha una tradizione culinaria e agricola molto forte e questo ha portato anche ad un numero crescente di start up impegnate nell'innovazione tecnologica applicata alla produzione alimentare.
La struttura delle start up italiane
Più nel dettaglio, se si vuole analizzare la struttura delle start up italiane, si può vedere che si concentrano soprattutto sul mercato B2B e sul settore ICT. La maggior parte delle imprese di questo tipo hanno piccole dimensioni, con l'83% che presenta meno di 10 dipendenti. Due terzi delle start up italiane hanno meno di 5 soci.
Dal punto di vista delle percentuali nei vari settori di riferimento, le indagini spiegano che due terzi delle start up del nostro Paese operano nel B2B, il 38% nell'ambito dell'ICT, il 18% nel settore sanitario, biotech e farmaceutico, il 17% nel manifatturiero e un altro 17% è suddiviso ugualmente tra la finanza e l'ambito degli alimenti e delle bevande. Sono dati molto interessanti, che arrivano da un report presentato dall'Associazione italiana delle imprese ICT, organizzazione che fa riferimento alla Confcommercio. L'analisi, denominata Assintel Report speciale startup, è stata presentata di recente e ha restituito un quadro molto preciso della situazione imprenditoriale del nostro Paese.
Le tecnologie utilizzate nelle aziende
In riferimento alle tecnologie usate in azienda, l'intelligenza artificiale è presente in una percentuale molto ampia delle start up (si tratta del 43,9%). Seguono le piattaforme digitali, che hanno una presenza del 32%, il cloud, con il 28,9%, e il marketing nei social media, con il 28,9%. Un ruolo importante è svolto anche dalle tecnologie proprietarie. Infatti, più della metà delle start up (il 58,1%) possiede o sta sviluppando sistemi di questo tipo. Il 38,4%, invece, ha progettato o si sta occupando di sviluppare appositi brevetti.
Un dato molto rilevante è quello che riguarda il rapporto con il tema della sostenibilità. Il 68% delle start up che hanno partecipato allo studio hanno mostrato di avere prodotti con un impatto sostenibile ed ecologico, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti dell'energia, delle biotecnologie, della finanza e dell'ICT.