Prosegue sulle pagine di Targato Cn il nostro appuntamento settimanale coi racconti di vita dalle valli cuneesi raccolti dalla scrittrice Cinzia Dutto.
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La mia ricerca di storie interessanti mi ha portato in tantissimi posti, ho conosciuto moltissime persone con storie incredibili che sono state un grande stimolo per la mia vita di tutti i giorni e per imparare a dire che non si deve mai mollare e che è sempre il momento giusto per reinventarsi, ricominciare, provare nuove strade.
Quella di Emiliano è una storia che mi ha portato alla scoperta di un luogo davvero unico, che tra le mura del suo locale nasconde pezzi della sua storia, dei suoi viaggi, del suo essere montanaro, ma anche cittadino del mondo.
Originario di Sambuco, comune della Valle Stura (CN), frequenta la scuola da Geometra di Cuneo, la perdita del padre in giovanissima età, però, lo costringe a lasciare la scuola e ad entrare nel mondo del lavoro molto presto.
Inizia così il mestiere di falegname, un lavoro che apprende sul campo, in una famosa falegnameria della bassa valle.
“E’ stata una bella scuola il mio nuovo lavoro” mi racconta Emiliano “Qui, con il tempo, sono entrato in contatto con un mondo fantastico di architetti, designer e ho scoperto qual’era la direzione che volevo prendere in questo mestiere sono partito,così, ad interessarmi all’arte, all’arredamento di un certo stile e ho preso la mia strada!”
Lascia la falegnameria in cui lavora e, nel 2001, torna a Sambuco, nel suo paese di origine, e apre una piccola falegnameria. Inizia facendo lavori semplici e continua per parecchi anni.
La montagna per Emiliano è casa e sente di esserne parte fin da piccolo così nasce in lui la voglia di farla conoscere e diventa cofondatore di un Festival Etnico che aveva lo scopo di far incontrare gente delle montagne e non solo. Voleva avvicinare molte realtà del mondo che vivevano nelle terre alte facendole incontrare attraverso la musica e le minoranze linguistiche partendo proprio dalla forte tradizione occitana che, da sempre, contraddistingue la Valle Stura.
Un progetto che inizia in sordina, ma che in pochi anni si allarga e diventa un grande evento per tutta la valle alpina.
“Le persone che venivano a questo festival, pur arrivando da posti differenti, si trovavano immersi in un mondo simile al loro dove i Crouset (pasta tipica locale) si incontravano con le orecchiette pugliesi, la tarantella con la courenta (tipica danza occitana) e nascevano delle belle sinergie!” mi racconta Emiliano con rammarico perchè tutto questo non c’è più. Sono arrivate molte regole, problemi amministrativi e politici e così l’iniziativa si è spenta.
Questo periodo, però, lo motiva a creare qualcosa per continuare a portare gente nel suo territorio. Trova in paese una vecchia stalla da ristrutturare, in un posizione davvero magnifica, e la compra senza avere un’idea chiara di cosa sarebbe nato.
Nel 2003 parte con una ristrutturazione importante e nel 2007 apre le prima tre camere, senza dare colazione o altri servizi.
Anno dopo anno “B&B Radici” (https://www.radicisambuco.it), così ha chiamato il suo locale, si allarga, si trasforma e si arricchisce di nuovi particolari e servizi e diventa il bellissimo posto che ho avuto modo di visitare. Dentro c’è uno stile diverso da tutti, uno stile studiato e creato da questo ragazzo brillante e pieno di idee.
“Volevo fare vedere una montagna più spinta verso il futuro che non solo legata alle tradizioni. Quello che si trova nel mio locale porta il cliente verso un modo nuovo di presentare un locale in altura, ci sono opere d’arte provenienti da tutto il mondo, oggetti vintage della valle che hanno una storia, vecchie insegne, antiche foto di famiglia! Un insieme di tante cose, ognuna con un suo significato che rende questo posto unico!” mi dice Emiliano mentre mi mostra tanti piccoli capolavori.
Entrando, in bella vista, c’è una vecchia moto Gilera rossa, era quella di suo papà, recuperata dal vecchio fienile, con ancora affisso l’ultimo bollo del 1971, anno della nascita di Emiliano. Con cura l’ha restaurata e messa all’ingresso del suo locale, per ricordare chi non c’è più, ma resta nei ricordi di tutti. Curiosa è anche la sedia da barbiere della reception, un oggetto vintage appartenuta all’ultimo barbiere della Valle, denominato “Veleno”, l’attività non c’è più, ma qualcosa è rimasto qui in questo luogo. Ci sono tanti particolari, tutti da scoprire ed è bello farsi accompagnare da Emiliano in questo viaggio, facendosi raccontare per ogni oggetto e la sua storia. Inoltre si trova anche una fornita cantina con scelte davvero particolari.
Emiliano, oggi, non fa più il montanaro, ma il cuoco, perché in questo locale, insieme alle splendide camere, c’è anche un ristorante. E’ passato da Geometra, Falegname, organizzatore di eventi a Cuoco gestore di un locale di montagna.
Un posto che gestisce insieme a sua moglie, che fa la maestra in un piccolo paese della Valle, il loro è un progetto condiviso e scelto insieme.
L’idea di dare, insieme all’ospitalità, anche la ristorazione è nata dall’esigenza dei clienti che con il tempo sono diventati moltissimi, alcuni vengono ogni anno. La richiesta era sempre la stessa: poter mangiare senza uscire dalla struttura. Emiliano, così, ha ripreso in mano le vecchie ricette della nonna e si è specializzato in una cucina adatta ai suoi clienti, per la maggior parte sportivi. Oggi offre piatti leggeri, tradizionali, mantenendo gusto e usando pochi condimenti. Questo suo nuovo modo di rivedere la cucina è stato il suo successo e oggi, quasi la maggior parte dei suoi ospiti, opta per la mezza pensione. Ha un orto e recupera molti ingredienti in Valle. Purtroppo solo chi soggiorna nella struttura può assaggiare la cucina di Emiliano, perché ha una filosofia molto chiara: poche cose fatte bene!
Le stanze sono davvero belle ed accoglienti e in ognuna c’è un pezzo dei viaggi di Emiliano e sua moglie, qualche mobile che lui ha preso a fine vita e gli ha ridato una nuova immagine, ci sono meravigliosi balconi con vista montagne. Qui si respira accoglienza, amore per il territorio e soprattutto si entra in un luogo differente e unico.
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Cinzia Dutto, scrittrice cuneese, pubblica nel 2021 il libro "Il Diario di Maria" e nel 2022 " Margherita sui sentieri del nonno", entrambi editi da Araba Fenice. Libri che parlano di resistenza e montagna. Da gennaio 2022 ha aperto un blog, "Il pensatoio" (cinziadutto.com) e ama definirsi una "cacciatrice di storie". Cinzia racconta di storie di persone speciali, scelte differenti, montagna e buon vivere. Gira la provincia alla ricerca di vite uniche e particolari. Cinzia ha un profilo Instagram (cinzia_dutto_fanny) e una pagina Facebook (Fannydeicolli).