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Attualità | 12 novembre 2024, 18:11

Saluzzo, al via il percorso di espansione della Sedamyl

Oltre al progetto di ampliamento avanzata dall’azienda anche una domanda per la realizzazione di un “impianto di digestione anaerobica di sottoprodotti della lavorazione dei cereali” per la produzione di biometano

La Sedamyl a Saluzzo

La Sedamyl a Saluzzo

Entra nel vivo il percorso di ampliamento della Sedamyl, la più importante industria saluzzese.

Domani sera, mercoledì 13 ottobre, in commissione urbanistica verranno esaminate le controdeduzioni alle osservazioni al progetto preliminare della variante strutturale al piano regolatore comunale.

Il progetto, come noto, prevede un allontanamento dal centro cittadino del baricentro dello stabilimento della ditta con rilocalizzazione delle aree destinate a servizi pubblici in via della Croce dove sono previste le realizzazioni del nuovo palazzetto dello sport, del nuovo istituto tecnico Denina, aree parcheggi di fronte alla bocciofila Auxilium e altri interventi. La commissione valuterà le osservazioni prima di portarle all’esame del Consiglio comunale di fine mese.

È questo uno degli interventi più significativi dal punto di vista urbanistico, avviato nella precedente consiliatura del sindaco Mauro Calderoni, e che verrà realizzato in larga parte nel corso del mandato della nuova amministrazione del sindaco Franco Demaria. Un intervento che cambierà il volto di un’ampia porzione della città.

Sempre a proposito della Sedamyl, l’azienda ha avanzato una richiesta per la realizzazione di un “impianto agricolo di digestione anaerobica di sottoprodotti della lavorazione dei cereali” per la produzione di biometano. Il Comune deve esprimere i pareri di sua competenza, che dovranno unirsi a quelli della Conferenza dei servizi provinciale. Nelle scorse settimane era circolata voce di un’ulteriore richiesta di un impianto di biogas nei pressi della località Ruata Eandi, in un terreno ai margini della strada verso Scarnafigi.

Ad avanzare la domanda risulta essere una società multinazionale giapponese, la Hitachi, però in partnership di alcuni imprenditori locali. Da quel che si è appreso si trattava di un mega biodigestore destinato a trasformare in metano ingenti quantitativi di liquame animale provenienti dagli allevamenti di bovini e suini della pianura saluzzese e saviglianese e anche di altre zone della provincia.Una questione che aveva fatto sorgere interrogativi e suscitato un certo allarmismo tra i residenti della zona, preoccupati dai miasmi che avrebbero potuto determinarsi.

Risulta comunque che l’istanza sia stata fermata perché ad oggi non conforme ai requisiti previsti dalla legge. 

GpT

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