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Eventi | 11 aprile 2025, 18:39

Marco Ligabue in concerto a Cuneo: "Sono un sognatore"

Il racconto, le emozioni e le parole del cantautore di Correggio, protagonista ieri sera di una bellissima serata all’Open Baladin, accompagnato alla chitarra da “Johnny” Jonathan Gasparini

marco Ligabue con “Johnny” Jonathan Gasparini

marco Ligabue con “Johnny” Jonathan Gasparini

“Sono un sognatore. Credo non sia mai troppo tardi per fare qualcosa di importante nella propria vita.” Un energico e coinvolgente live ieri sera, giovedì 10 aprile, all’Open Baladin di Cuneo ha visto in concerto Marco Ligabue. 

Una serata possibile grazie alla preziosa organizzazione di Diego Occelli e l’aiuto del mitico fonico Pippi, all’insegna della musica cantata dal vivo, in un connubio tra voce e chitarra con sul palco la bravura di “Johnny” Jonathan Gasparini, accompagnamento e straordinari assoli di chitarra. 

La bellissima sintonia tra Marco e Johnny, quella capacità insieme di fermare il momento, un particolare istante, e permettere così al pubblico di vivere a pieno un tempo fatto di musica e di belle emozioni. Marco Ligabue ha alternato le sue bellissime canzoni alle interpretazioni di brani che hanno fatto la storia della musica italiana ed internazionale, più come di consueto qualche bellissima canzone del fratello, Luciano Ligabue. 

Cantautore di Correggio, ha nel sorriso tutta la solarità e la grinta della sua terra. I suoi testi parlano di vita, ripercorrono spesso il tempo, proprio come l’ultima, intitolata “Le canzoni inglesi”, dal 21 marzo disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio. Una data non a caso, il primo giorno di primavera, per un brano intenso, nostalgico omaggio al Brit Pop evocando un’epoca di giovinezza e libertà, con immagini e sonorità che fanno immergere nella Londra di un tempo: “Scrivere questa canzone è stato come avvolgere il nastro della mia vita - ci racconta Marco Ligabue - Ho un ricordo bellissimo di Londra, ci sono stato per la prima volta nel 1988: avevo 18 anni.  Mi sembrava di entrare in un parco giochi a cielo aperto: arrivati a Camden Town c’era musica live in ogni pub, negozi di vinili ad ogni angolo, mercatini di vestiti stravaganti, punk, rock’n’roll,… tutti i tipi di musica. 

Era un mondo davvero affascinante! Ed era anche un mondo, quello dei 18-20 anni, del ‘tutto è possibile’: il mondo dove io mi innamoravo circa ventiquattro volte al giorno, almeno ogni ora c’era uno sguardo che mi faceva perdere la testa, ogni ragazza mi sembrava la ragazza della mia vita. Ho voluto attraverso questa canzone rivivere quel momento della mia vita, tornare a quel momento del ‘tutto è possibile’, perché in una vita tra guerre, pandemie, dazi,… il volume dei sogni sembra sempre abbassarsi un po’ di più, ma bisogna ricordarsi che ci sono stati momenti dove tutto davvero era possibile.”

Una canzone, così, nostalgica ma anche, proprio per il messaggio che racchiude, forte di non rassegnazione nei confronti di un mondo che vuole farci dimenticare la possibilità e la bellezza di sognare. Canzone  fatta di semplici parole ed un ritmo orecchiabile, ma che come le altre scritte da Marco Ligabue racchiude, nelle sue frasi, significati preziosi e soprattutto la voglia di condividerli. Canzoni, le sue, da ballare come “Anima in fiamme”, d’amore come “Sei quella per me”, ma anche che vogliono scuotere la coscienza come “Toc toc ecologico”, che tratta il tema della crisi climatica.

In quella “vertigine che solo la musica sa custodire” il pubblico diviene parte integrante del concerto, condivisione e messaggio, con passaggi cantati ad anche anche in lingua LIS, sorrisi, sguardi e complicità a creare, come dice un’altra delle sue bellissime canzoni, quello che può davvero definirsi “che bella parentesi!”

“Con Marco ti senti proprio così - dicono Manuela e Chiara - sei parte del concerto. Noi lo seguiamo ovunque e le sue canzoni accompagnano le nostre giornate. Lui poi è davvero una persona stupenda: non c’è una volta in cui non ti saluta, in cui non ti senti davvero accolto. Insieme si crea una magia, ancora quell’incontro vero, di cui più che mai abbiamo bisogno.”

La musica per Marco Ligabue è da sempre richiamo dell’anima. Con noi ripercorre un particolare momento di tanti anni fa, quand’era piccolo: “Con in mano la chitarra acustica, aprii il libricino che trovavi in edicola, costava circa 2.500 lire e si chiamava Il Canzoniere. Nelle prime pagine imparavi i primi accordi e poi dopo arrivavi alla pagina 1, dove potevi mettere in pratica gli accordi che avevi imparato. La canzone di pagina 1 era ‘Generale’ di Francesco De Gregori”.

 Un brano a cui è affezionatissimo, che ieri sera con Jonathan Gasparini ha interpretato in una straordinaria versione rock.  In chiave rock anche “Con il nastro rosa” di Lucio Battisti e “Il pescatore” di Fabrizio De André. Un omaggio poi, dagli anni ‘60 agli anni ‘90, alle canzoni inglesi che hanno fatto la storia e che continuano ad ispirarlo. Ed ancora “A modo tuo”,  e l’intramontabile “Certe notti” del fratello Luciano Ligabue con ha un bellissimo legame, brano quest’ultimo con cui ha voluto concludere il live.

Marco è quella passione per la musica, ma anche quel timore essendo il fratello di uno dei cantanti italiani più conosciuti. Eppure il desiderio, quel sentirsi sul palco dove esattamente si vorrebbe essere: dodici anni, così, trovare il coraggio ed iniziare la carriera. Forse proprio per questo ci tiene a cantare le canzoni che in qualche modo lo hanno incoraggiato, i legami racchiusi. 

Un percorso di vita che ha molto da insegnare, per quel ad un certo punto non avere più avuto paura di guardare al proprio sogno e che ora, grazie a questo, ne vede realizzarsi uno incredibile: il 6 maggio Marco Ligabue sarà infatti a Londra, per un concerto niente meno che al Troubadour London Club, dove si sono esibiti artisti come Bob Dylan e Ed Sheeran. Di lui oltre ai dischi anche un libro, ”Salutami tuo fratello”, già alla terza ristampa.

Si emoziona Marco Ligabue, andando indietro nel tempo e pensando a quel bambino che teneva tra le mani Il Canzoniere: “Al Marco piccino direi di seguire sempre l’istinto - ci dice - un po’ come ho fatto, ma di non avere mai delle paure troppo, di non frenarsi per il timore di non riuscire nelle cose. Perché i sogni vanno percorsi e le strade vanno esplorate, anche quelle che ti sembrano più difficili. E quindi gli direi ‘Buttati!’ in ogni cosa che ti passa per la testa, in ogni sogno che ti si avvicina.” 


 

Beatrice Condorelli

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