Venerdì 16 maggio prossimo, alle ore 21.00, nella sala teatro dell’oratorio del Ferrone, terzo e ultimo appuntamento con la trilogia di film che il regista fariglianese Remo Schellino ha dedicato ai tempi fondamentali - e rituali - che danno senso compiuto all’esistenza umana: nascere, vivere e morire.
Dopo la visione di “Venire al mondo”, nel novembre 2024 e di “Stare al mondo” a febbraio 2025, ora tocca a “Andare all’altro mondo”. Percorso antropologico, emotivo e culturale dove la morte è raccontata nella circolarità della vita, come uscita da un mondo ed ingresso in un altro, la pellicola documenta un viaggio in Italia che svela, in parte, il rapporto di noi con la morte dentro il tessuto umano del nostro paese. Raccoglie riti, racconti, testimonianze e conversazioni legate alla fase finale del nostro vivere.
Con quali sentimenti e con quali forme ci prepariamo ad affrontare la fine della nostra esistenza? Quali le pratiche, i gesti, che ci aiutano ad accompagnare al trapasso un nostro caro?
Uno spunto per riflettere sul senso della vita legato strettamente alla nostra inevitabile scomparsa. Una presa di coscienza che dovrebbe aiutarci ad avere una vita piena, a dare il senso e la misura del nostro vivere, a limitare una corsa sfrenata al possesso che offusca i veri sentimenti e i grandi valori. A misurarci con una livella, come bene l’intrepretò il grande Totò, che mette tutti indistintamente su di uno stesso piano.
Il film è un racconto corale fatto da: Maddalena Albera, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Giuseppe D’Avenia, Amelia Levanti, Ignazio Marci, Mauro Milanesio, Eugenia Minetti, Marcella Meloni, Pier Giacomo Pala, Folco Terzani, Michelina Todisco, Amerigo Vigliermo, Giannina Zariella e Andrea Parodi.
La serata di proiezione – che vedrà la presenza del regista in dialogo con lo storico prof. Cesare Morandini - è organizzata e proposta dalla Pro Loco Cui dur Ferun, in collaborazione con la Parrocchia di Santa Maria Maggiore, del gruppo animatore della biblioteca parrocchiale e gode del patrocinio del Comune di Mondovì. L’ingresso in sala è libero.