Dovranno risarcire la Monge per 12 mila euro ciascuna e, in più, pagare una multa da 300 euro. È questa la sentenza emessa nei giri scorsi dal tribunale di Cuneo nei confronti di due donne accusate di aver scritto alcuni commenti diffamatori su Facebook contro l’azienda leader nel pet-food di Monasterolo Savigliano.
Ritenute dalla Procura le autrici delle frasi sono L.B., ex dipendente della Monge, residente a Racconigi, e P.B., coimputata di Fossano. Come ricostruito in aula, sotto un post pubblicato da una pagina Facebook si parlava dei alcuni mangimi prodotti con "pesce scaduto", "latte scaduto e poi congelato" e poi, anche l’episodio di "quando hanno tritato i pulcini vivi le uova si erano schiuse".
L'utente che scriveva queste frasi, intervenendo sul profilo di un’amica, garantiva di esservi stata testimone e di aver visto tutto in prima persona: "In Monge ci ho lavorato - scriveva- tritavano anche i gatti che trovavano in giro". A darle manforte, era intervenuta un’altra utente del social: "Gente come quella - aveva ribattuto- risolve tutto con la famosa mazzetta".
Ad essere chiamata a testimoniare in aula, è stata Franca Monge, l’amministratrice delegata della società costituitasi parte civile: "I fornitori - ha spiegato- sono macelli che prima di vendere le carni emettono un certificato di idoneità controllato dal nostro ufficio controllo qualità e dall’Asl". Per gli arrivi dall’estero, ha poi sottolineato, viene tracciato anche il Dna.
Frasi, quelle scritte dalle imputate e che la Procura ha chiesto di condannare, con le quali "si mette in dubbio non solo la reputazione morale e professionale dell’azienda - ha insistito il pm- ma la stessa serietà nei confronti dei clienti".
Ad assumersi la responsabilità di ciò che ha scritto è stata L.B., l’ex dipendente, ammettendo anche di essersene dimenticata: "Chiedo scusa - ha detto in aula- Non è stato un periodo facile per me".
Al contrario, la coimputata P.B. ha negato ogni addebito, spiegando anche di essere stata vittima di un furto di identità.