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Attualità | 26 maggio 2025, 16:46

Legge sul tartufo, prorogati i termini per gli emendamenti: ora c’è tempo fino al 17 giugno

Si apre a un confronto più ampio guidato dalla Consulta regionale del tartufo, riunitasi nel Palazzo della Regione

La cerca del tartufo (Foto Langhe Experience)

La cerca del tartufo (Foto Langhe Experience)

Il futuro della legge sul tartufo passa anche da Torino. La Consulta regionale del tartufo, riunitasi nel Palazzo della Regione con la partecipazione di rappresentanti delle Province, delle associazioni dei trifulao, dei tartuficoltori e del Centro Nazionale Studi Tartufo, ha preso atto della decisione della Commissione del Senato: la proroga al 17 giugno del termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge S1412 in discussione al Senato. Tutti i partecipanti hanno convenuto che questo  consentirà un ulteriore approfondimento del confronto  per trovare soluzioni più equilibrate, "capaci di tutelare sia la biodiversità sia la filiera economica".

Il disegno di legge, presentato dal senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, intende aggiornare la normativa nazionale del 1985, armonizzandola con le direttive europee. Ma sono molte le criticità sollevate dai soggetti territoriali. Durante la Consulta, è emersa la disponibilità dello stesso Bergesio a valutare modifiche, insieme agli altri senatori, firmatari e non: un segnale che è stato valutato importante per rafforzare il confronto.

Tra le richieste avanzate dal Centro Nazionale Studi Tartufo, il riconoscimento della cerca e cavatura – oggi assente nel testo – come patrimonio immateriale da tutelare, il no al divieto per i minori di 18 anni e alla cerca notturna, nonché l’introduzione di un calendario nazionale unico per la raccolta del tartufo bianco.

Anche il Comune di Alba era intervenuto, con un ordine del giorno votato all’unanimità, che chiedeva alla Giunta di farsi interprete presso i parlamentari delle esigenze del territorio. L’assessore all’Ambiente Roberto Cavallo ha trasmesso nelle scorse settimane una serie di proposte tecniche condivise con l’Associazione Nazionale Città del Tartufo: tra cui, la richiesta di distinguere tra tartufo nero – coltivabile, trasformabile e conservabile – e tartufo bianco, che cresce solo in natura e si consuma fresco e la mantenuta distinzione normativa tra pezzi, tritume e tartufi interi per garantire trasparenza e tutela dei consumatori.

d.v.

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