La commissione d’inchiesta sulla vicenda relativa alla gestione della Cascina Vecchia di Cuneo – richiesta in un’interpellanza dal consigliere comunale Giancarlo Boselli (Indipendenti), discussa nella prima serata d’assise – con tutta probabilità non verrà mai avviata. A partire dall’ente comunale in direzione degli ex gestori dell’Open Baladin di Cuneo, invece, è stata una lettera ufficiale con una proposta per accogliere in maniera congrua la loro intenzione di recedere dalla gestione stessa dell’area.
A rivelarlo, appunto in Consiglio comunale, l’assessora Cristina Clerico. Che ha risposto all’interpellanza di Boselli: “Non ci aspettiamo da parte della giunta una risposta affermativa alla nostra richiesta – ha detto -, ma lo consideriamo un peccato: aprire una commissione d’inchiesta sarebbe una mossa utile per stringere i tempi e porre chiarezza in una situazione confusa che il Comune, per qualche ragione, si trova a subire, e che non può più andare avanti così. Credetemi quando vi dico che se non l’apriamo noi lo farò qualcun altro”.
Generalmente d’accordo con la necessità di dirimere i dubbi e restringere i tempi anche il consigliere Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia): “Si sono spesi soldi in quantità importante ma sussiste una fidejussione sul contratto, serve capire come si può sviluppare la cosa – ha detto -. Serve tornare alla piena disponibilità d’utilizzo dell’area, l’alternativa è lasciarla all’abbandono, per l’ennesima volta”.
Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ha esposto una volta di più i propri dubbi relativamente alle operazioni pubblico-private: “Le grane contrattuali che affliggono il Comune sono almeno tre e belle grosse. Si ha l’impressione che vengano portate avanti non tramite processi illegali ma di ‘annusamento’ che si concludono sempre con contratti che si sostanziano in un caos senza fine”.
Una lettura che Clerico rifiuta in toto: “Il rapporto pubblico-privato nella gestione dei beni e nel sostanziare interventi di recupero non è un evento patologico e raro ma una necessità da coltivare alla luce di una normativa che la sostiene e la incentiva – ha detto -. Inoltre, attualmente, la vicenda va avanti da circa tre mesi, che sono tempi del tutto congrui all’importanza e all’ampiezza della questione”.
“Come già detto in almeno due Consigli comunali, si attendeva una comunicazione formale che chiarisse di fatto le intenzioni del concessionario – ha proseguito l’assessora -. Finalmente è arrivata ma la modalità di dismissione paventata è stata ritenuta non valevole dal nostro legale, che tramite la lettera ne ha proposta una alternativa capace di ammettere il totale trattenimento della fidejussione. Quando la fase strettamente tecnica d’interlocuzione sarà definita, effettueremo un momento di commissione consiliare sul tema”.