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Attualità | 05 giugno 2025, 05:54

Un gesto che cura: ad Alba nasce anche "l’esame sospeso"

All’interno dell’ambulatorio sociale promosso dal Comune e dalla Croce Rossa, prende forma un’idea nuova di solidarietà: pagare una visita per chi non può permettersela. Il consigliere Draichi: "Un modo per restituire fiducia"

L'ambulatorio sociale si trova presso la sede CRI di via Ognissanti 30 ad Alba

L'ambulatorio sociale si trova presso la sede CRI di via Ognissanti 30 ad Alba

 Ad Alba la solidarietà continua a prendere forma concreta. Dopo l’attivazione dell’ambulatorio sociale, nato per garantire assistenza sanitaria di base alle persone escluse dal Servizio sanitario nazionale, una nuova iniziativa si sta facendo strada: l’esame sospeso.

Tutto è cominciato con un messaggio arrivato in Croce Rossa. Una signora di Alba, venuta a conoscenza del progetto, ha scritto offrendo spontaneamente la disponibilità a pagare una visita specialistica per chi non ha la possibilità economica di accedervi. Un gesto semplice, ma capace di accendere una riflessione: perché non trasformarlo in una vera iniziativa pubblica?

L’idea, ispirata alla tradizione del “caffè sospeso”, ha subito trovato eco tra i volontari della Croce Rossa Italiana – Comitato di Alba, che insieme all’assessorato alle Politiche sociali del Comune e alla Caritas coordinano il servizio. Lo conferma il consigliere comunale Ali Draichi, promotore e volontario attivo: "Una proposta così nasce solo dove c’è già una rete che funziona. L’ambulatorio è operativo da alcune settimane e ogni volta accogliamo due o tre persone, segnalate dai servizi sociali o che ci contattano direttamente. Ora vogliamo fare un passo in più: creare un fondo di solidarietà per coprire, in modo anonimo e rispettoso, il costo di esami specialistici per chi non può permetterseli".

Il servizio, che si svolge una volta a settimana presso la sede CRI di via Ognissanti 30, è gratuito e anonimo, e viene condotto con il coordinamento sanitario del dottor Stefano Quaranta, medico urgentista. Si offrono visite di base e farmaci essenziali, ma in alcuni casi emerge la necessità di approfondimenti diagnostici non erogabili in quel contesto.

“Il dottor Quaranta indirizza i pazienti verso l’ospedale per ulteriori esami, ma le liste d’attesa sono lunghe, e chi ha urgenze o condizioni fragili rischia di non farcela. L’esame sospeso può colmare questo vuoto: un cittadino paga, un altro riceve assistenza”, spiega Draichi.

L’obiettivo, ora, è duplice: da un lato lanciare l’idea alla comunità, raccogliendo disponibilità di altri cittadini disposti a offrire una visita “in sospeso”; dall’altro coinvolgere le strutture sanitarie private del territorio per ottenere tariffe agevolate e rendere sostenibile l’iniziativa.

“Non c’è ancora un volantino ufficiale, ma l’importante è partire. Se il messaggio si diffonde, potremo strutturare meglio il progetto. L’ambulatorio è nato per curare, ma anche per restituire dignità. E questa proposta lo dimostra: chi ha ricevuto, sente il bisogno di restituire”, conclude Draichi.

Daniele Vaira

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