Riceviamo e pubblichiamo la nota di Michele Bertolino, Pro Natura Piemonte, in merito all'assemblea di Acem-Sma che ha votato per l'ampliamento del sito della discarica di Magliano Alpi. La misura è stata approvata con parere unanime dai sindaci presenti, ma all'appello mancava una rappresentanza del comune che ospita il sito, a causa del commissariamento, dovuto alle dimissioni dei consiglieri dell'amministrazione di Marco Bailo.
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Gentile direttore,
Nell’Assemblea ACEM-SMA del 19 giugno si è votato all’unanimità (con il 62% degli aventi diritto presenti) il percorso che porterà la discarica di Magliano Alpi ad una capienza di pressoché un milione di tonnellate, con un cronoprogramma che nei fatti prevede di arrivare ad un’autorizzazione entro fine anno, il tutto quando il comune che ospita la discarica è commissariato almeno fino a giugno del 2026.
Non è questa né la sede né il momento di entrare nel merito tecnico della proposta approvata e neppure di sottolineare l’operato presente e passato dell’ACEM che, nei fatti, è peraltro evidente a tutti essendo il consorzio che ha il maggiore costo di smaltimento pro capite del Piemonte ad esclusione di Alessandria ed una percentuale di raccolta differenziata al 67,23% che posiziona il monregalese al quartultimo posto tra i 21 consorzi regionali.
Il tema immediato ed urgente è il rispetto della democrazia: con un atto di vero e proprio “bullismo istituzionale” un’assemblea di comuni decide un’opera che avrà una vita di 15-20 anni ed un impatto ambientale di ulteriori 30 anni destinata probabilmente a diventare la discarica di tutta la provincia per stessa affermazione del presidente ACEM e SMA ( il controllore che ancora oggi controlla il controllato) a discapito del comune che da vent’anni è già sede di discarica di tutti gli 87 comuni in assenza di ogni possibile contraddittorio né preventivo né successivo con un perfetto tempismo, ovviamente calcolato.
Ripercorro qui la storia per chi non è aduso al tema dei rifiuti. La discarica di Magliano con annesso impianto di “trattamento meccanico biologico) nasce nei primi anni 2000, l’avviamento nel 2005 a valle della chiusura della discarica di Lesegno prevede una capacità di stoccaggio di 450.000 m3. Nel 2014 avviene un primo ampliamento di 126.000 m3 peraltro rinviato a seguito di una grottesca assemblea dell’ACEM ad aprile 2014 in cui il sindaco di Magliano in carica al tempo (lo stesso decaduto recentemente) pur essendo favorevole richiede ed ottiene un rinvio “per motivi elettorali”, (erano previste a breve le elezioni e non bisognava disturbare la quiete pubblica). Un successivo ampliamento relativo ai recuperi liberatisi per l’ovvio assestamento delle vasche venne poi approvato dalla provincia nel 2019 portando il volume complessivo a
654.000 m3. Nel 2025 si parla di fermare il TMB ed ampliare la discarica di ulteriori 320.000 m3 (l’appetito vien mangiando sic…) e lo si approva in assenza di un interlocutore istituzionale.
Serve tutta questa urgenza e perché ACEM e SMA, pur sapendo da anni (già nel 2020 si parlava di esaurimento dell’impianto e della discarica di Magliano nel 2024), hanno deciso solo ora?
Nel confuso quadro dei rifiuti della “libera repubblica della provincia di Cuneo” che è ad oggi l’unica in Piemonte ad essere ancora governata da quattro soggetti, che si sono poi moltiplicati in quattro consorzi e tre società consortili (solo perché la quarta è privata) per “proteggere i loro assets” (qualcuno disse), vi è sicuramente la disponibilità di discarica e di TMB a Villafalletto, senza invocare emergenze, fatto che consentirebbe di rinviare la scelta di ACEM e SMA fin dopo le elezioni al comune di Magliano il prossimo anno ed il tutto a costi minori degli attuali (130 euro/ton rispetto all’attuale 146 euro/ton).
Il tempo potrebbe essere utilizzato meglio per, finalmente, costruire un vero percorso di ambito provinciale, di concerto con l’Autorità Rifiuti Piemonte, che guardi al futuro, superando miopie e campanilismi reciproci. Ritengo che il Presidente della provincia, nonché Sindaco di Mondovì, farebbe cosa saggia se intervenisse a sanare uno strappo istituzionale a mio avviso gravissimo se non irreparabile. Se poi la popolazione di Magliano Alpi esprimerà un sindaco ed un consiglio comunale favorevole a continuare ad essere sede di discarica perché spesso nel mondo attuale i pochi soldi delle compensazioni ambientali fanno gola ai politici, che poi magari non riescono neppure ad usarli come nel caso specifico (alludo al credito di 300.00 euro che il comune di Magliano Alpi ha nei confronti di Iren), la soluzione sarà ovvia.
Michele Bertolino
Pro Natura Piemonte