"Nati per la libertà. Racconti resistenti". Questo il titolo del romanzo, scritto a dieci mani, dai Modena City Ramblers che ieri sera, martedì 24 giugno, sono saliti sul palco del teatro Baretti in dialogo con i giornalisti Alex Corlazzoli (Il Fatto Quotidiano) e Arianna Pronestì (TargatoCN), per l'evento conclusivo dell'edizione 2025 del Festival Funamboli, organizzato dall'associazione culturale "Gli Spigolatori".
Un omaggio agli 80 anni della liberazione, ma soprattutto alla libertà di pensiero, parola ed espressione.
Il gruppo folk-rock emiliano ha raccontato i temi salienti affrontati nel libro che ha come obiettivo quello di parlare alle nuove generazioni di ciò che è stata la Resistenza, un canto corale, fatto di uomini e donne, non di grandi imprese, ma di persone comuni che hanno messo in gioco la propria vita in nome di un ideale più grande, in nome della libertà.

E allora, in un'epoca in cui si fa un gran vociare sul divisionismo di una canzone come "Bella ciao", era inevitabile la domanda: "Vi è mai capitato che vi sconsigliassero di cantarla?".
"Purtroppo sì, poche volte, ma è capitato. Come è anche successo che venisse scritto sui giornali che noi andassimo nelle scuole a indottrinare gli alunni. Pochi episodi, soprattutto negli ultimi anni, sintomo che stiamo vivendo in un periodo oscuro - hanno spiegato i Modena City Ramblers -. Il problema di oggi è che i testimoni diretti della Seconda Guerra Mondiale non ci sono quasi più, tocca a noi spiegare a chi verrà dopo quanto è importante fare memoria, imparare dagli errori che sono stati commessi, per costruire un pensiero critico, formare le proprie opinioni ed essere liberi".
Nel libro volutamente - come spiegato dagli autori - le storie sono romanzate, vicende realmente accadute si intrecciano a personaggi di fantasia, perché l'intento non era quello di creare un'opera storiografica, ma cercare di trasmettere un messaggio ai giovani.
"Purtroppo oggi - hanno aggiunto dal gruppo - solo grazie alla volontà di certi insegnanti i ragazzi riescono a conoscere questa parte di storia del nostro Paese che, troppo spesso, è relegata in due tre pagine sui libri di storia. L'aspetto che secondo noi è più educativo è quello di guardarsi attorno, perché soprattutto in certe zone, come può essere la terra da cui proveniamo noi o la provincia di Cuneo, ogni pietra d'inciampo, ogni cippo, ogni via ci racconta quello che è successo nella Resistenza, sta a noi vederlo e conoscerlo".
Libertà e musica, la forma d'arte che più accomuna tutti, ma anche come salvezza, come emerge nello straordinario racconto dedicato a Giancarlo Facchinetti che, arrestato dalle SS l'11 aprile del 1945, ebbe salva la vita e quella di familiari e amici, grazie a un pezzetto di carta, in cui gli veniva indicato di tenersi a disposizione per Mussolini, nel caso avesse avuto nuovamente bisogno di accordare il pianoforte. Nel '44 Facchinetti era stato prelevato dalle SS per essere portato a Villa Feltrinelli per accordare il pianoforte di Romano Mussolini. La serata non poteva che finire con l'intonazione di "Bella ciao": "Non possiamo accettare che qualcuno lo definisca divisivo, questo è prima di tutto un canto all'amore e alla libertà".
Il festival è realizzato con il patrocinio del Comune di Mondovì e in collaborazione con Libreria Confabula, Associazione Italiana Cultura Classica – sezione di Cuneo, ANPI Mondovì, associazione culturale Illustrada, Parrocchie Duomo e Carassone, Fondazione Museo della Ceramica Vecchia Mondovì e Casa do Menor Italia.














