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Cuneo e valli | 30 luglio 2025, 18:00

Acqua pubblica: "Le certezze ci sono eccome. Il tempo dei ricorsi è passato da anni"

Così il comitato cuneese "Acqua Bene Comune" contro la posizione di Egea Acque (Iren), ripercorre la cronistoria fino allo stallo con Cogesi

Acqua pubblica: "Le certezze ci sono eccome. Il tempo dei ricorsi è passato da anni"

Il Comitato Cuneese Acqua Bene Comune commenta in una nota stampa che riceviamo e pubblichiamo di seguito le modalità di riscossione di Egea Acque del valore residuo che Cogesi dovrà liquidare.

Egea Acque (ora controllata da Iren) torna a cercare lo scontro: due mesi fa una contestazione scritta inviata all’ente di controllo Egato4, poi le ripetute dichiarazioni rilasciate ai media nei giorni scorsi da parte dell’amministratore delegato di Egea Holding, Gianluca Riu.

La provincia di Cuneo nel 2017 aveva fatto le sue scelte: la gestione dell’acqua sarebbe stata pubblica in house per i prossimi trent’anni. Il gruppo Egea e le sue aziende di settore, Tecnoedil, Alpi Acque, Alse e parzialmente Mondo Acqua, non avevano alcun titolo a rientrare in quel modello. Nessun danno c’è mai stato per l’azienda e nel settore idrico funziona come segue: a scadenza perdi l’affidamento e sei ripagato con il Valore Residuo (VR) per tutti quegli investimenti che hai fatto e non hai ancora recuperato in tariffa. La vecchia proprietà Carini non se n’era mai fatta una ragione ed aveva intentato ricorsi su ricorsi, tutti regolarmente persi, che hanno causato danni a tutto il settore e agli utenti.

Quindi, quando Iren è subentrata nella proprietà, aveva accettato di cedere le sue quote in tutte le società miste del territorio. Ora in proprietà totale gli rimane solamente Egea Acque, e sembra esserci un ritorno sulle posizioni di Carini, che pensava di poter conservare la gestione. È ingiustificata, secondo il comitato cuneese "Acqua Bene Comune", l’enfasi di Riu nel minacciare nuovi ricorsi, proprio quando tutte le istituzioni provinciali nella Conferenza d’Ambito, convocata dall’Autorità il 22 luglio scorso, hanno approvato all’unanimità (con un solo astenuto) il piano di pagamento del VR da parte di Cogesi, mediante il deposito entro fine estate di buona parte dei circa 70milioni di euro su un conto vincolato, assicurando la totalità del pagamento non oltre il 30 novembre.

Egea Acque non ha visto ancora un euro di quell’importo e, invece di accelerare i lavori del tavolo tecnico con Cogesi per concordare il passaggio di consegne ed incassare il VR, minaccia ricorsi e lamenta di trovarsi in un “limbo”. Ma Iren ha ereditato dalla vecchia Egea Acque le sue carenze, come ad esempio la mancata realizzazione degli investimenti in anni precedenti, l’improprio trattenimento per anni dei fondi incassati per conto di Ato4 e, non da ultimo, le implicazioni patrimoniali, che potrebbero derivare dal procedimento per falso in bilancio della capogruppo, pendente presso il tribunale di Asti.

Il comitato "Acqua Bene Comune" si esprime così al riguardo: "Noi sappiamo che in realtà il limbo non c’è, perché le bollette le incassa regolarmente, i soldi per fare gli investimenti gli sono arrivati dalle banche e, al momento della liquidazione del VR, gli saranno naturalmente riconosciuti. Non avrà aggravi occupazionali, perché tutti i dipendenti del settore verranno trasferiti al nuovo gestore. Allora ci sembra confermato il dubbio che, mentre minaccia ricorsi contro il mancato pagamento del VR, in realtà, ancora una volta stia cercando di voler impropriamente mantenere la gestione. Pensavamo che queste 'illusioni' fossero finite con il cambio di proprietà, ma evidentemente anche per Iren è traumatico rinunciare a un settore che rappresenta poco in termini assoluti, ma che fornisce una gran quantità di utili certi e benefici collaterali."

"Si rassereni Riu: il tempo dei ricorsi contro la gestione pubblica è trascorso ormai da anni e non c’è spazio per intentarne altri,- continuano i rappresentanti del comitato - È per noi incomprensibile che i comuni a guida progressista che controllano Iren, non abbiano imposto al management il rispetto del referendum del 2011 e la scelta della provincia del 2017. In particolare il secondo azionista, il Comune di Torino, che nel suo territorio comunale e metropolitano ha scelto da tempo la gestione pubblica, non può tollerare questi comportamenti da parte della sua società nei confronti degli altri territori piemontesi. Confidiamo che si ravveda. Perciò, amministratore Riu, che lei lo voglia o meno, la conclusione sarà la seguente: sarete costretti a sedervi al tavolo tecnico per raggiungere l’accordo per la migrazione del ramo d’azienda, quindi incasserete entro Novembre i milioni del VR di vostra spettanza che si stanno accumulando sul conto dedicato (a fine luglio saranno già ben 42) e sgombrerete il campo".

cs

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